Barbie (2023): Recensione Del Film



 
Regia: Greta Gerwig 


Trama


Barbie "Stereotipo" vive a Barbieland, dove regna sovrana Barbie, Ken è un suo accessorio e ogni giorno è perfetto. Ma quando comincia a pensare alla morte e ad avere piedi piatti e cellulite è chiaro che qualcosa non va. Sotto consiglio di Barbie Stramba (quella su cui qualche bambina si è maldestramente accanita), la nostra eroina in rosa intraprende un'avventura nel mondo degli umani, alla ricerca della bambina che interferisce con la sua "bambolità", gettandola in crisi.


Recensione


Curiosa di vedere la bambola che ha accompagnato la mia infanzia in versione live e di conoscere cosa ne avesse ricavato Greta Gerwing, ho ricevuto la prima sorpresa vedendo una lunga fila al cinema, come neppure il giorno di Natale mi era capitato e scoprendo che l’operazione di marketing che va avanti da mesi, ha sortito il suo effetto. Orde di ragazzine di rosa vestite, mamme con le figlie, spettatori con la più ampia varietà di età e genere (ma accomunati da abbigliamento color confetto) che si recano al cinema come ad un evento: non un film ma una festa, a cui si partecipa dopo essersi preparati con cura.

Certo questo esula dal valore della pellicola, ma a me ha fatto piacere vedere una sala piena a fine luglio, e questo mi ha bendisposto alla visione.

Il film è diverso da come me lo aspettavo, ma l’inizio mi ha conquistato: una cura maniacale e attenzione ai particolari nel ricreare Barbieland riesce a calare ogni componente del pubblico femminile in quel mondo ideale, dove ognuna si è immaginata almeno una volta. Anche alcuni movimenti così meccanici da sembrare veramente quelli che le bambine fanno fare alle loro bambole, per non parlare della Barbie Stramba, la bambola alla quale tutte noi abbiamo fatto un taglio di capelli azzardato e relegata in qualche scatolone vestita male e con le gambe all’altezza della testa.
 


Acquista su Amazon


Scenografie, costumi, musiche e coreografie sono un capolavoro, ma lo stesso non si può dire della sceneggiatura. La prima parte in realtà funziona, è fluida, ricca di citazioni cinefile (ma non si deve esser degli esperti per coglierle) e sottotesti ironici che la rendono divertente, spensierata e leggera. Ma poi si sovrappongono troppe linee narrative e personaggi inutili (come i dirigenti della Mattel o la figlia adolescente di America Ferrera) e da un certo punto in poi diventa un predicone didascalico ricco di retorica e piuttosto noiosetto.

A tener viva la storia ci sono Margot Robbie, Barbie Stereotipo perfetta, ma soprattutto lui, Ken, un Ryan Gosling che ruba la scena alla protagonista, ironico e provocatorio nel suo tentativo di rivalsa sul matriarcato di Barbieland.

Un film che mi ha divertito molto, originale con una messa in scena strepitosa, ma “originale” non significa “geniale” e osannarlo come il nuovo “verbo” femminista e di consapevolezza di genere mi pare eccessivo. Il messaggio c’è, è di facile lettura e alla portata di tutti, ma si perde in troppe direzioni.

Io mi sono comunque divertita e lo consiglio.


Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento