Margherita Dolcevita: La Recensione del Libro



Autore: Stefano Benni



"Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai figli l‘antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, il risultato è questa vescichetta d’odio.

Perciò io che sono una bambina in scadenza penso:

1) Che gli adulti non hanno più nulla da insegnarci.
2) Che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni e i temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro.
3) Che dovrebbero smetterla di fare film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all’ uscita del cinema.

Ebbene sì, sono polemica".


Margherita Dolcevita è una bambina di 14 anni un tantino sovrappeso, con un’anomalia congenita al cuore, che molto probabilmente la porterà a dover subire un intervento. Nonostante ciò, Margherita non si perde d’animo poiché è dotata di una spiccata dose di ironia e di intelligenza. Margherita vive in campagna e ama la natura, legge molti libri e si diletta a scrivere poesie brutte (perché tanto di poesie mediocri ce ne sono a bizzeffe ma di poesie proprio brutte non se ne trovano!).

Il suo sguardo disincantato e sagace riesce a guardare sempre oltre le apparenze e la sua fantasia è costantemente in moto. La famiglia di Margherita è anch’essa molto particolare; il padre Fausto è un pensionato “aggiusta tutto”, fermamente convinto che ogni oggetto si possa riparare al contrario dell’uomo che non ha la capacità di riparare se stesso. La madre, Emma, è una casalinga patita di telenovelas e campionessa nel riciclare il cibo avanzato nei suoi famosi polpettoni yesterday. Il fratello maggiore Giacinto è un ragazzotto rozzo e in piena overdose ormonale, sfegatato tifoso della Nacional, mentre il fratello minore Erminio (detto Eraclito), è un piccolo genio, patito di videogiochi e innamorato della sua prof di matematica, la cicogna.

Infine, c’è il nonno Socrate, foriero di massime e aforismi sulla vita; è lui ad averla soprannominata Margherita Dolcevita e ad averle insegnato la teoria del cioccolato, per la quale il mondo si divide in: Quelli che mangiano il cioccolato senza pane; Quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; Quelli che non hanno il cioccolato; Quelli che non hanno il pane.”

Margherita, oltre al cane Pisolo, ha anche un’amica immaginaria, la bambina di polvere, il fantasma di una ragazzina morta nel posto, che esce allo scoperto ogni volta che qualcosa nel prato perisce o viene distrutto.


La bambina di polvere infatti, compare il giorno in cui il grande pioppo viene abbattuto e appare il cubo, un gigantesco edificio di vetro scuro e impenetrabile, proprio davanti all’ abitazione di Margherita.

Margherita intuisce subito che i Del Bene, così si chiamano i nuovi vicini, sono persone pericolose e infime, venute ad abitare in campagna senza averne il minimo desiderio o piacere, anzi detestandola, mentre tutto il resto della sua famiglia sembra subirne il fascino e l’influenza. I Del Bene, infatti, fanno di tutto per convincere i genitori di Margherita ad abbracciare il loro sfarzoso stile di vita e la loro mentalità borghese, tanto che il padre Fausto smette di riparare oggetti e si mette in società con Frido (il patriarca dei Del Bene) mentre Emma comincia a botulinarsi e ad acquistare creme anticellulite e surgelati, sotto la spinta della signora Del Bene. Anche Giacinto viene irretito dalla loro splendida figlia Labella, tanto da cambiare fede calcistica e lo stesso Erminio, il meno corruttibile, viene conquistato da un videogioco introvabile, gentilmente fatto arrivare dai Del Bene direttamente dal Giappone.

Solo Margherita non si fa ammaliare dai Del Bene, così come il nonno Socrate, convinto che i nuovi inquilini abbiano un segreto da nascondere e che per questo si trincerano dietro vetri oscurati, che permettono di vedere senza essere visti!

I Del Bene hanno anche un figlio di nome Angelo, un ragazzo che a causa dei problemi psichiatrici dai quali è affetto, fa avanti e indietro dalle cliniche. Margherita si prende una cotta per lui; Angelo, in realtà, sembra essere l’unica persona con un po’ di buon senso della famiglia, e tra loro nasce un’amicizia.

In questo romanzo Stefano Benni proietta in Margherita, una ragazzina schietta e senza peli sulla lingua, l’ultimo baluardo della resistenza al progresso tecnologico “nocivo”; quello pronto a tutto pur di annientare ciò che spontaneamente sfugge alle regole e al conformismo, che appare diverso e improduttivo, contrario alle leggi del mercato e del politicamente corretto borghese, incarnato dai Del Bene.

Stefano Benni, che non è certo un pivello nel raccontare storie, con Margherita Dolcevita, riesce ad incantare, a far sorridere e riflettere e, nello stesso tempo, a mostrare l’ipocrisia che si cela dietro il perbenismo.

Qui il libro

Buona lettura,



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