7 Donne e un Mistero: La Recensione del Film



Regia: Alessandro Genovesi


Il vero mistero è: come mai si è sentito bisogno di rispolverare un film francese – peraltro bellino - di vent’anni fa e farne un remake? Probabilmente sono clausole di trattati internazionali.

Susanna (Diana del Bufalo) torna a casa per la Vigilia di Natale, accolta dalla fredda madre Margherita (Buy), la zia zitella Agostina, (Sabrina Impacciatore) la nonna alcolizzata e paralitica Rachele (Vanoni), la sorellina insopportabile Caterina (Benedetta Porcaroli) e la nuova domestica Maria (Luisa Ranieri). È venuta a trovare il papà/marito/cognato/genero Marcello, che però non sta dormendo, perché ha un coltello piantato nella schiena. Chi sarà stato? Al sestetto di sospetti si aggiunge anche l’amante dell’uomo, Veronica (Micaela Ramazzotti) convocata da una telefonata misteriosa…

Genovesi rifà il film di François Ozon 8 Donne e un Mistero, che a sua volta aggiornava la pièce teatrale Huit Femmes di Robert Thomas del 1958, più o meno quando Berta filava. Ozon però creava un vero girotondo di donne attorno all’uomo, grazie ad un cast di femmes d’antan calibro Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Bèart e via di gineceo nonchè ad una struttura da musicarello dove ogni attrice cantava una canzone popolare francese, che dava al film un brio tutto suo.


Insomma, la partenza era già in salita, e Genovesi che sceneggia pure, pensa bene di metterci il freno a mano. Prima elimina una donna dalla storia (Perché? Misteri, chiamate Giacobbo!), poi toglie le scene cantate e inscena una specie di Cluedo al femminile. Fateci caso, tutte le attrici hanno vestiti color pastello che ricordano le pedine del gioco. Però l’assassina non è Miss Scarlett (ma poi perché usciva lei? Mistero!)

Là dove Ozon stava in equilibrio tra femminismo e misoginia, Genovesi fa una specie di stantio girls power da oratorio che non sa proprio di niente. Insomma, ha toppato alla grande, e spiace perché come regista ha diretto anche commedie gradevoli, ma forse Huif Femmes non era un soggetto adatto a noi italiens macaronì.


Cerchez la femme: Margherita Buy non regge il paragone con la Deneuve, ma almeno non la imita. Più che altro si sta avviando ai ruoli da signora matura, speriamo che ci pensi qualche regista horror a riscoprirla in vesti di matriarca malvagia. Micaela Ramazotti è quello che è, in ogni caso non allaccia le scarpe a Fanny Ardant. Chi invece ha azzeccato il personaggio è stata Sabrina Impacciatore, nel ruolo della zitella vergine, forse perché l’ho sempre trovata a fare il ruolo della cagacazz…cof cof! In ogni caso le riesce bene passare da castigata a fatalona con lo strascico, proprio come faceva Isabelle Huppert. Sul botulino della Vanoni in avanzato stadio di putrefazione invece, è meglio tacere. Alla Del Bufalo manca l’ambigua innocenza della Ledoyen, mentre la Porcaroli con cavolfiore in testa, fa quello che il ruolo richiede: ossia venire allo spettatore la voglia di darle due schiaffi. Chiude la Ranieri che accorpa due personaggi in uno (per taglio di budget? Mistero!) nel ruolo della cameriera terrona e procace, ma la Bèart che cantava una versione anfetaminica di Pile ou face, grazie la preferisco di più.

Sta su Netflix, ma vi consiglio l’originale francese. Oppure una bella partita a Cluedo; io prendo il professor Plum!

Buona visione,



Trailer



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