The Whale: La Recensione del Film



Regia: Darren Aronofsky


Un film furbo.

Appena terminata la visione è questa la prima cosa che ho pensato, mentre ero circondato da tante persone unite da un coro singhiozzante di lacrime. Coro al quale io non ho partecipato.

Voglio chiarire subito una cosa, a me questo film è piaciuto, ha tanti aspetti positivi e Brendan Fraser è stato molto bravo. Ho adorato il lato tecnico, a partire dalla regia, la fotografia e la scelta di girare in 4:3, fatta sicuramente anche per rendere l’ingombrante presenza di Charlie ancora più evidente, inoltre anche l’atmosfera e l’impronta teatrale sono gestite abbastanza bene.

Quello su cui gioca il film è chiaro, fin dalla primissima scena il regista cerca a tutti i costi di suscitare un senso di disgusto misto a tenerezza nei confronti del protagonista, in modo poi da amplificare il “senso di colpa” e la commozione nelle varie scene clou.


Il problema è che con me non ha sempre funzionato, mi sono emozionato infatti abbastanza poco e non sono quindi inciampato nel tranello di Aronofsky. Ovviamente ci tengo a riconoscere che l’impatto è del tutto soggettivo, dato che nella sala piena, di fazzoletti e singhiozzi se ne sono sentiti un bel po’.

Complici di ciò sono anche alcune cose che non mi sono piaciute, come lo sviluppo di alcuni personaggi secondari, inutili per certi versi e autori di comportamenti che ritengo un tantino lontani dalla realtà (ad esempio, voi raccontereste delle vostre cose più private a dei semi-sconosciuti?), oltre poi a degli aspetti importanti della trama sui quali avrei preferito sapere di più.


Per quanto riguarda il finale, è bello e possiede un’alta carica emotiva, la quale viene però ricercata insistentemente tramite una musica roboante che ho trovato abbastanza fastidiosa e degli ultimi secondi che mi sono sembrati quasi bizzarri.

Per finire, con i suoi pro e i suoi contro, The Whale risulta essere per me un buon film, che presenta tanti spunti tecnici interessanti, ma che narrativamente poteva essere sfruttato sicuramente di più, evitando magari la ricerca insistente della lacrima facile e concentrandosi di più sulle carenze narrative.

Anche perché, semmai non dovessi piangere, cosa ti rimarrebbe?

Buona visione,



Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

1 commento:

  1. Più furbo che bello - lo dico a costo di fare bodyshaming - ma mi sono emozionato, pur riconoscendogli tutti i difetti e facilonerie.

    RispondiElimina