Ai Confini Della Realtà


Regia: John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante, George Miller

Chi di voi, lettori abituali del sito, non ha mai visto almeno una volta nella vita un episodio della serie TV Ai Confini Della Realtà, creata da Rod Serling negli anni 60?

La serie, in ogni puntata, era costituita da un episodio nel quale una persona qualsiasi finiva in un vortice di mistero, paura e terrore: magari veniva catapultata nel Medioevo o veniva inseguita da qualche macabra figura, oppure scopriva inquietanti segreti sulla sua vita o sul suo futuro…..

Chicca di ogni episodio era ovviamente il finale, che poteva essere aperto a qualsiasi interpretazione o avere un twist incredibilmente spiazzante.

Nel 1983, a ben 19 anni di distanza dalla fine della prima stagione, due registi alle prime armi corrispondenti ai nomi di John Landis e Steven Spielberg decidono di riportare in auge (e quindi di produrre, e quindi di metterci beaucoup d’argent) la serie di Serling realizzando un film a episodi con lo stesso spirito di 20 anni prima. 

I segmenti presenti nel film sono 4 (diretti in ordine da Landis, Spielberg, Dante e Miller) + un prologo iniziale diretto sempre da Landis. Il film è eccezionale, non c’è dubbio, soprattutto per regia e recitazione, ma purtroppo ancora oggi è ricordato per un tragico incidente avvenuto nel primo segmento, quello di Landis. Ma analizziamo episodio per episodio: 


Prologo (regia di John Landis)
Notte. Deserto californiano. Un automobile si sposta tra le curve. A bordo due giovani ragazzi (uno è Dan Aykroyd, l’Elwood dei Blues Brothers) che prima cantano The Midnight Special e successivamente fanno un gioco cercando di indovinare il titolo di serie TV canticchiando la sigla (Anni 80 in pieno stile). Capiamo che Aykroyd è un autostoppista, ma i due entrano subito in confidenza. Tutto procede per il meglio, finché Aykroyd non dice al guidatore di fermare la macchina. Il motivo è che deve fargli vedere qualcosa di spaventoso…..

Uno dei colpi di scena più inaspettati che ricordo in un film, un cambio di registro eccezionale e un effetto speciale da pelle d’oca. Grande regia del maestro John e recitazione strepitosa. La cosa migliore del film!

Voto: 10




Primo episodio (regia di John Landis). 
Un uomo, razzista fino al midollo, viene catapultato improvvisamente nel Terzo Reich e ovviamente scambiato per un ebreo. Salvatosi per miracolo, viene sbalzato in un campo di grano, circondato dal Ku Klux Klan, il quale lo vuole bruciare vivo. Riesce ancora a scappare ma finisce nel Vietnam del 1969. Finale crudelissimo

Ben diretto da Landis, questo è l’episodio nel quale l’attore Vic Morrow (padre di Jennifer Jason Leigh) e due bambini vietnamiti persero la vita, decapitati e schiacciati da un elicottero che perse il controllo. Landis ebbe seri problemi legali e anche la sua attività di regista diminuì drasticamente. L’episodio (che, per il precedente motivo, sembra interrompersi bruscamente) comunque funziona e la storia è originale.

Voto: 7



Secondo episodio (regia di Steven Spielberg)
Un vecchietto di colore (il leggendario Scatman Crothers, il cuoco di Shining) arriva in una casa di riposo con un barattolo affermando di poter ridare la giovinezza ai pazienti. 

L’episodio più spensierato e dolce (in pieno stile spilberghiano). Nonostante sia dei quattro il regista oggettivamente migliore, il segmento è quello meno riuscito del lotto. L’interpretazione di Crothers però salva il lavoro.

Voto: 6



Terzo episodio (regia di Joe Dante
Una donna investe per sbaglio un ragazzino, il quale si farà accompagnare a casa dalla ragazza. Qui lei farà la conoscenza della famiglia di Anthony, il bambino, la quale si comporta in maniera fin troppo bizzarra (mangiano sempre panini con burro d’arachidi e guardano in continuazione cartoni animati). La ragazza è turbata, ma poi scopre la verità: Anthony è dotato di poteri sovrannaturali e tiene in ostaggio questi sconosciuti, che in realtà non sono i suoi genitori…..

Episodio malato e fuori di testa, scritto proprio ad hoc per quel citazionista di Dante (regista di Gremlins).

Effetti speciali stupefacenti e immensa l’interpretazione Kevin McCarthy (attore sottovalutatissimo e grande amico di Dante) nel ruolo dello zio Walt.

L’episodio più macabro del lotto.

Voto: 8,5



Quarto episodio (regia di George Miller
Un importante uomo d’affari è nel bagno di un aereo. Lui ha una fottutissima paura di volare. Le hostess lo tranquillizzano e lui cerca di prendere sonno, ma si accorge di qualcosa sull’ala sinistra, una figura strana con gli artigli, gli occhi enormi e dal colore verdognolo (una specie di Gremlins). Nessuno gli crederà e verrà ritenuto pazzo, ma avrà incredibilmente ragione. 

George Miller (Mad Max: Fury Road) realizza l’episodio migliore del film (togliendo il prologo), con uno straordinario John Lithgow nel ruolo del “pazzo”. Finale beffardo che non può non strappare un macabro sorriso sui vostri visi.

Voto: 8/9




LUNGHISSIMA RECENSIONE PER UN FILM CONSIGLIATISSIMO, ADATTO SOPRATTUTTO AGLI AMANTI DELLE STORIE HORROR E AI FAN DEI 4 REGISTI.

DA VEDERE NECESSARIAMENTE AL BUIO!

Giudizio complessivo: 8
Sconfinata visione,


Nicolò Benincà



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