Circle



Regia: Aaron Hann, Mario Miscione


Trama iniziale

In una stanza misteriosa quanto scarsamente illuminata si ritrova un gruppo di persone, a occhio una cinquantina, senza sapere come essere finiti in questa situazione. Molti di loro sono ancora tra le braccia di Morfeo, ma ben presto vengono svegliati nella maniera più brusca possibile da una sirena che scandisce l'inizio del gioco. Disposti in cerchio su due file sfasate infatti devono cercare di capire le regole di questo meccanismo letale.

Eh già perché al centro giace una sfera che regolarmente, dopo un timer scandito dai rintocchi della sirena, fulmina uno della cerchia. Si capisce subito che non c'è via di scampo: devono necessariamente rimanere in piedi, vietato categoricamente muoversi dal proprio posto, vietato pure alzare una gamba, così come non è possibile toccare un'altra persona, altrimenti ne paghi le conseguenze: chi conduce il gioco può vederti e la sfera non si fa problemi ad accoppare chiunque sgarri il regolamento non scritto.

Ai partecipanti spetterà capire il funzionamento della macchina mortale e cercare quindi di avere salva la vita a ogni costo, sempre che questa opzione sia contemplata. Arriveranno in fondo coloro che non si pongono molti scrupoli o chi si merita davvero una chance in più degli altri?



Recensione critica

Tipico film da budget sotto zero, quasi quasi sembra che gli attori abbiano pagato per parteciparvi. Tuttavia questo elemento non si nota più di tanto, anzi, le recitazioni mi hanno tutte abbastanza convinto e gli effetti speciali mi sono apparsi adeguati al contesto. Spesso poi si sono usati dei sotterfugi stilistici per evitare di dover girare scene un po' più complesse delle altre, quali le uscite di scena delle vittime o ancor prima le folgorazioni: quasi sempre non si inquadra la vittima direttamente, magari capita di vedere la persona vicino. Soluzione che trovo avere una sua dignità.


  Che bello poi ritrovarsi nell'atmosfera di The Cube, pellicola che ho adorato perché mi emoziona particolarmente la tematica di 'ritrovarsi con degli sconosciuti in un puzzle game e tentare di scappare'. Con ogni probabilità avrete sentito parlare del successo delle Escape Room ormai diffuse in tutta Italia, che ovviamente ho voluto sfidare pure io, rimanendo un po' deluso nello scoprire che era prevalentemente un gioco di lucchetti e non incentrato quindi sull'abilità o il mettere in collegamento alcuni indizi. Non so voi, ma a me del genere cinematografico appassiona non tanto il come si riesce ad evadere, bensì il perché sono state scelte proprio quelle persone e chi è il burattinaio che tende i fili da dietro le quinte. Non posso quindi non citare il film che ha dato origine a questo filone e a una lunga sfilza di sequel più o meno riusciti, ovvero Saw.



Ri-entrando nel merito di Circle, si è voluto dare meno spazio a quest'ultimo aspetto e concentrarsi piuttosto sui dialoghi serrati, che rappresentano la vera anima del film. Grande bravura va riconosciuta allo sceneggiatore, che è stato capace di inventarsi un susseguirsi di battute in grado di coinvolgere lo spettatore. Le conversazioni appaiono tutte molto realistiche e si ha quindi l'impressione che reazioni del genere le riscontreresti in chiunque. Oltretutto non mancano pure i colpi di scena ;) . Per tali motivi mi ha ricordato un po' anche The Mist, che mi aveva colpito per la sua capacità di mettere in scena punti di vista tutto fuorché campati in aria.

Vi avviso che il finale può destare in qualcuno più di un rammarico, a me personalmente non è dispiaciuto anche perché mi ero messo nella condizione di aspettarmi una conclusione insoddisfacente.


Consigliato agli appassionati di thriller un po' licenziosi, con un alto tasso di dialoghi; sconsigliato agli ignavi che non vogliono prendere alcuna decisione, tanto più se da questa dipende la vita di un'altra persona.



Giudizio complessivo: 6.8

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer



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