The Rocky Horror Picture Show: La Recensione del Film



Regia: Jim Sharman


Questa Pasqua, non sognatela, siatela.

Niente picnic fuoriporta, ma un bel barbecue di sensualità. Ai fornelli, ad alzare la fiamma, quel mattacchione di Frank – N- Furter, pronto a rimuovere la causa, ma non gli effetti.

Questa mezzanotte rispediamo al mittente il Re del Cielo e trascorriamola con il principe dei Midnight Movies, The Rocky Horror Picture Show!

Mettetevi un po' di rossetto sulle labbra, agganciate l’autoreggente alla guepière e scateniamoci nel balletto più trascinante mai creato, il Time Warp! E ricordatevi: è solo un salto a sinistra.

Un criminologo ci racconta la storia di Brad Majors e Janet Weiss (Susan Sarandon), due fidanzatini vergini casa e chiesa ai quali, in una notte di pioggia, mentre stanno andando ad annunciare il loro fidanzamento al Dr. Scott, loro ex prof di scienze, si buca una gomma dell’auto e quella di scorta non è messa meglio. Chiedono aiuto agli abitanti del vicino castello, ma per (s)fortuna sono arrivati in una notte speciale: il padrone di casa è nientemeno che lo scienziato pazzo, bisessuale e in lingerie Frank-N-Furter (Tim Curry, che si presenta sulle note di Sweet Transvestite, il che è tutto dire) e questa notte darà vita alla sua creatura, Rocky, un biondino pronto a soddisfare ogni desiderio. Per Brad e Janet sarà una notte in crescendo (musicale e sessuale) fino al pirotecnico ed amaro finale.


The Rocky Horror Picture Show è l’adattamento sul grande schermo del fortunato musical The Rocky Horror Show, scritto e musicato da Richard O’Brien (che nel film interpreta Riff Raff, il servo gobbo e infido) che aveva riscosso un buon successo nei teatri londinesi, tanto che buona parte del cast è finito nel film. All’epoca venne stroncato e spernacchiato (“se vi piacciono le checche, questo è un film per voi”, si legge in una recensione d’antan), ma si prese la sua rivincita di cult, entrando nell’Olimpo dei Midnight Movies, venendo trasmesso nei circuiti notturni e generando schiere di appassionati che vanno ancora oggi a teatro mascherati come i personaggi e interagendo con gli attori in veri e propri botta e risposta di battute.


Ma che cos’è il Rocky? Un omaggio alla fantascienza anni Cinquanta, una rilettura del mito di Frankenstein, ma soprattutto un inno alla liberazione sessuale e dei tabù. “Don’t dream it, be it”, è il motto di Frank ed è il frutto proibito che Brad e Janet assaggiano e dove niente sarà più come prima. Il film è un crescendo di canzoni esplosive, rock, punk, corali, barocche, una meglio dell’altra, dall’intro di Science fiction/Double feature, cantata da un paio di labbra col rossetto rosso fuoco, cotte e mangiate per essere il logo sui manifesti, alla già citata Time Warp (coverizzata da chiunque, da Elio a Glee)-, che mi basta far partire per jumpare sulla left e ballare assieme ai Transilvani, passando per Hot Patootie e il suo sax cantata nientemeno che dal compianto Meatloaf, nei panni del teppista Eddie, fino alla sporcacciona Touch-a-Touch-a-touch-me, gorgheggiata da una giovanissima e conturbante Susan Sarandon che scopre (finalmente) le gioie del sesso, facendosi spupazzare da Rocky.


Il vero protagonista però è Tim Curry, nel ruolo di Frank (e della vita; ok, il primo ruolo della sua vita, lo mettiamo appena un gradino sopra al suo Pennywise che ha terrorizzato chiunque dagli anni Novanta in poi), irresistibile e mefistofelico, con la voce cioccolato e pepe è praticamente la star del film. Anzi, l’icona, con il suo manifesto di libertà per la quale – purtroppo – non finirà bene, rovesciato da chi in fondo provava invidia e rancore.

C’è persino una quota Hammer, con Charles Gray che ci fa da Virgilio nella storia e l’ambientazione ad Oakley Court, villa vittoriana e decadente, già set della premiata casa, nonché di altri horror dei primi Settanta, prima del declino. Oggi è stata riconvertita a hotel di lusso, e io da bravo fan, non ho potuto far altro che non sognare, ma pernottare. Ironia della sorte, ero proprio nella suite Richard O’Brien.

Let’s do the time warp again! It’s just a jump to the left.

Buona Pasqua in autoreggenti.

Curiosità: Tre anni dopo, parte del cast tornò per una sorta di sequel, Shock Treatment sempre a firma di O’Brien, ma che non mette manco il fondotinta al successo di Rocky.



Trailer



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2 commenti:

  1. Film a dir poco mitico, ho il blu ray originale a casa 😊

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    1. Assolutamente! È stato il mio primo dvd. Da vedere e rivedere. Grazie di aver commentato!

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