Tár: La Recensione del Film



Regia: Todd Field


Trama


Lydia Tár, prima donna di sempre a dirigere l'orchestra della filarmonica di Berlino, si trova al centro di polemiche sull'abuso di potere esercitato nel proprio ruolo e sulla richiesta di favori sessuali fatta a delle dipendenti in cambio di riconoscimenti professionali.

In particolare, dopo il suicidio di una sua ex assistente, cominciano a circolare prove e video compromettenti..



Recensione


Una chat privata, una conversazione rubata tra l’assistente personale di Lydia Tár e un interlocutore sconosciuto, ci mostra subito dai primi fotogrammi l’alone di amore e odio, ammirazione e risentimento che circonda la stimata direttrice della filarmonica berlinese, prima e unica donna a ricoprire tale ruolo finora.

Lydia Tár è una donna colta, estremamente capace nel suo lavoro, carismatica e geniale, ma a tali doti non corrisponde certo bontà d’animo, empatia e rispetto. Lo si capisce nel lungo dialogo con lo studente del suo corso, che finisce per mettere all’angolo con intelligente perfidia, ma anche con la compagnia di vita, con cui riesce ad essere un’elegante manipolatrice.


Tar è un film sull’abuso di potere, come lo è stato quest’anno anche She Said (Anche Io) sul caso Harvey Weinstein, ma Todd Field non parla delle vittime, bensì si concentra su altri temi: la difficoltà a separare la vita privata da quella professionale e soprattutto quanto il potere e le lusinghe possano indurre verso comportamenti deontologicamente scorretti.

Ma ancor più centrale è il tema, molto attuale, che riguarda la tendenza odierna a mettere in discussione talenti di grandi artisti contemporanei e non, basandosi sulla loro cattiva condotta morale o per le loro errate ideologie. Un tema attuale su cui Todd Field non prende posizione, offrendo sia elementi di difesa che accusa e che sceglie di affrontare attribuendo la parte del “predatore sessuale” a una donna lesbica, ribaltando tutti i clichè del genere.


E chi altri poteva interpretare una donna egocentrica, fredda e manipolatrice, ma estremamente colta e affascinante se non la divina Cate Blanchett? La sua recitazione è in grado di mostrare una gamma di emozioni contrastanti, cambiando registro con grande naturalezza e riuscendo nel difficile compito di far immedesimare lo spettatore con un personaggio scomodo e per niente simpatico.

Devo dire però che la pellicola nel suo complesso risulta lenta, difficile, a tratti eccessivamente verbosa e l’eccessiva lunghezza non giova alla visione; ma la consiglio comunque per l’ottima performance della Blanchett, per la suggestiva fotografia e per i significati che racchiude al suo interno.

Giudizio complessivo: 7.5

Buona visione,



Trailer



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