Cocainorso (Cocain Bear): La Recensione del Film



Regia: Elizabeth Banks


Era da un po' che avevo perso l'ispirazione nel vedere film e scrivere recensioni, ma poi giunge così all'improvviso Cocainorso (Cocain Bear)...e che fai, te ne privi???

Ovviamente no, e non dovreste privarvene neppure voi, magari dopo aver ricaricato le narici con la vostra scorta personale.

Il film peraltro è tratto da una storia vera, di cui avevo sentito parlare ma che poi avevo perso di vista, e mi fa piacere che sia stata riportata sullo schermo, con particolare menzione per il genio che ha deciso di attribuire all'orso il nome di Pablo Eskobear.

Brevemente la trama. In una foresta della Georgia alcuni narcotrafficanti perdono un ingente carico di cocaina, ma sfortunatamente per loro il primo a ritrovarla è un simpatico orso nero, il quale dovrà ben presto fare i conti con gli effetti dovuti all'assunzione della sostanza.


Ecco, ora dopo aver letto questa trama, pensate veramente che io mi possa essere fatto scappare un film del genere??? Anche perché la speranza è che chi abbia avuto il coraggio di prendersi in carico questo progetto abbia puntato più sul lato trash della faccenda, tralasciando qualsiasi altro tipo di implicazione più o meno seriosa. E in questo senso la regista Elizabeth Banks, che fino a qui non avevo mai incontrato dietro una macchina da presa, non ha deluso. Certo vedendo che inizialmente il progetto era stato affidato alla coppia composta da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, che ho sempre apprezzato nei loro lavori, un po’ di rammarico nel vedere cosa ne sarebbe uscito fuori dalle loro menti c'è, ma nel complesso non ci lamentiamo dai.




Già con la musica anni ‘80 e la scena iniziale, si capisce che la serietà alberghi da un'altra parte, mentre i bei paesaggi fanno da ottimo contorno alla prima comparsa dell'orso totalmente in botta che prende a testate gli alberi. Siamo sulla strada giusta quindi.

La componente splatter è piuttosto presente, anche se condita da effettacci quantomeno discutibili, però il sangue è abbondante e in film di questo genere di certo è un fattore positivo. Purtroppo le fasi in cui il vero protagonista della vicenda non ci viene mostrato denotano un po’ di staticità che non giova al ritmo, ma quando Eskobear (scusatemi non resisto 🤣) scende in campo la carneficina è assicurata, anche se non sempre per colpa sua, e il film riprende quota.


Per il resto non c'è molto da segnalare, per il cinema di autore occorre sicuramente citofonare altrove, ma alcune scene carine degne di nota non mancano, unite ad uno humor piuttosto discutibile che francamente io non disprezzo. Strepitosi in particolare risultano essere gli orsetti appena nati ricoperti di coca, e assolutamente meravigliosa risulta quell'ultima scena in cui l'orso stordito si riprende grazie all'inalazione della polvere bianca, tornando a fare ciò che aveva interrotto.

In mezzo ad un cast che di certo non vedremo candidato all'Oscar, e che non ricorderemo per delle sensazionali doti attoriali, ci tengo a segnalare infine la partecipazione, seppur breve, di Ray Liotta nel ruolo piuttosto azzeccato del trafficante capo. Un ruolo che purtroppo per lui è stato anche l'ultimo della sua vita, vista la sua scomparsa poco dopo le riprese, ricordata anche sul finale del film con la dedica in memory of.

Che dire quindi? Capolavoro? Assolutamente No. Ne sentivamo il bisogno? Assolutamente Si.

Enjoy,

 

Trailer



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