Sleepers


Regia: Barry Levinson


Probabilmente Sleepers non è il miglior film che io abbia mai visto (anche se tra i primi dieci sicuramente compare), ma di certo posso affermare con tranquillità che si tratta di quello a cui sono più affezionato,
quello che ho visto più volte e che mi ha sempre trasmesso quel qualcosa in più che la maggior parte degli altri film non è riuscita a fare.

Non so se si tratta della storia, di come viene raccontata, dei personaggi, della sete di vendetta che ti sale dentro o di altro, ma posso sbilanciarmi affermando che il coinvolgimento dello spettatore è assicurato e il giudizio finale non può che essere positivo.

Il regista intanto è tale Sig. Barry Levinson, che già nel 1988 aveva fornito un saggio del suo potenziale con l’indimenticabile Rain Man e che dopo altri convincenti lavori, nel 2012 decide pure di cimentarsi con l’horror, sfoderando The Bay, un interessantissimo mockumentary che consiglio di vedere a tutti, appassionati del genere e non.

Tornando a questo film è fin troppo chiaro che uno dei suoi punti di forza sia la scelta dei personaggi e ovviamente degli attori che si “nascondono” dietro di essi.

Il cast infatti è a dir poco stellare e bene o male tutti riescono a sfoderare prestazioni degne del proprio nome.

Kevin Bacon è strepitoso nella “orribile” parte che gli è stata assegnata per l’occasione; con quella faccia che si ritrova riesce subito a farsi odiare in tempo zero e la fine che fa viene chiaramente accolta dal pubblico come se la propria squadra avesse appena conquistato la Champions League.

De Niro è stranamente fenomenale anche nei panni del prete mentitore, tanto che è inevitabile verso la fine sperare nel suo aiuto (parte questa un po’ forzata in termini di credibilità se vogliamo, ma chissenefrega ci sta lo stesso).


Poi vabbè di Gassman cosa vuoi dire, non ha certo bisogno di lodi o presentazioni, fossi stato io avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto il mitico King Benny senza il minimo indugio.

Brad Pitt nel suo ruolo è perfetto così pure come Dustin Hoffman in veste di avvocato ubriacone, lontano anni luce dal quel Raymond Babbit egregiamente interpretato nel sopracitato Rain Man.

Jason Patric infine, vestendosi da Lorenzo "Shakes" Carcaterra, sfodera un carisma senza rivali.


L’unico neo che mi sento di sottolineare è la leggera perdita di interesse che si viene a creare nella seconda parte, in particolare quando inizia la faccenda del processo. Purtroppo non ha nulla a che vedere con la meravigliosa prima parte dove si respira proprio il vero Bronx, condito con atmosfere a dir poco fantastiche.

Il finale è amaro, ma giusto e inevitabile.


Giudizio complessivo: 8
Enjoy,

Luca Rait



Trailer



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