Faust


Regia: Brian Yuzna


Purtroppo il film in questione non è il Faust di Sokurov ma quello di Yuzna e, ahime, la differenza è abissale. Partiamo con la trama: John è un pittore che vive a Los Angeles. Una sera un gruppo di malviventi entra a casa sua perché la fidanzata ha dei debiti con la malavita e loro, stanchi di
aspettare, uccidono lei e distruggono lo studio e i quadi di John. In preda alla depressione e alla paura John è pronto a fare il salto nel vuoto ma sul ponte trova un uomo, un certo Mr. M che gli propone un affare: l’invincibilità in cambio della sua anima. La disperazione lo porta ad accettare e così diventerà una specie di super eroe, un uomo costretto ad uccidere e che cercherà di ribellarsi al suo creatore.

Allora, andiamo in ordine.

Partiamo dall’analisi di Faust in sé, il “supereroe” protagonista. I suoi poteri sono quello di riuscire a travestirsi da gargoyle (o diavolo o qualcosa del genere) in pochi secondi e la possibilità di usufruire di una coppia di artigli in stile Freddy Krueger (paragone sul quale tornerò tra poco).

I suoi poteri quindi si limitano a questo, assieme ad una presunta immortalità. Dico presunta perché ad un certo punto, dopo aver provato a ribellarsi ad M, lui lo sotterra vivo e muore. Mentre è nell’aldilà combatte contro uno scheletro e torna in vita, assumendo l’aspetto da demone del quale parlavo prima e sembra non subire più particolari danni da quel momento. Lo so, non ha molto senso, ma così è.

Altra pecca è la voce di Faust, davvero irritante e ridicola, anche se forse è solo colpa del doppiaggio italiano (non avendolo sentito in lingua originale non so dire se è un problema anche nella versione originale).

Tralasciando quindi Faust, passiamo all’altro problema del film: la recitazione.

In questo film tutti gli attori sono semi-sconosciuti e davvero pessimi, e non lo dico tanto per dire. Le reazioni che hanno davanti alle situazioni di pericolo sono involontariamente comiche e la mimica facciale è esagerata e quasi fastidiosa alle volte.

Per non parlare delle scene di soft porn inserite un po’ ovunque qua e la, a caso, come riempitivo molto probabilmente, per evitare che lo spettatore si annoiasse.

Personalmente penso che la sessualità nei film sia un elemento importante ma va utilizzata con parsimonia e buon senso, altrimenti risulta fastidiosa e irritante.

È necessario però spezzare una lancia in favore del film, considerando la fonte prima d’ispirazione. No, non il Faust di Goethe, ma la serie a fumetti omonima che ripropone le vicende del celeberrimo dramma tedesco ai giorni nostri, aggiungendo una sana dose di erotismo e violenza. Non ho mai letto questo fumetto ma la sua natura “eccessiva” ed irriverente è stata trasportata nel film e questo spiega la leggerezza del film (dovrebbe essere un horror ma non fa più paura di una puntata di Streghe) e la recitazione forse forzata degli attori.

Ciononostante, il film è il film ed il fumetto è il fumetto quindi il signor Yuzna, forse, avrebbe dovuto adottare una trasposizione meno fedele e più personale.

Per quanto riguarda gli effetti speciali invece nulla da dire: non sono i migliori che abbia mai visto ma riescono comunque a fare il loro effetto e di sangue ne sgorgherà parecchio, pur non arrivando a livelli tali da essere definito splatter.

La colonna sonora invece è abbastanza carina, composta da brani perlopiù metal che aumentano il caos e il senso di violenza che Faust prova. Ottima scelta.

Insomma, un film supereroistico con venature di commedia (anche se forse involontaria) e dal retrogusto horror, che non riesce a fare centro per colpa di una trama approssimativa e personaggi scritti male e interpretati peggio.


Giudizio complessivo: 4.7
"Buona" Visione,

Stefano Gandelli


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