Rampage: Capital Punishment


Regia: Uwe Boll



Dopo averlo insultato in tutti i modi possibili (e devo ancora perdonargli di avermi rovinato, con la sua nefandezza, quel gran videogioco di Alone In The Dark), mi tocca ammettere che, dopo le ultime visioni di Stoic e Rampage, Boll sta diventando uno dei miei registi preferiti e di certo non lo avrei mai pensato.

Questo film lo si può descrivere come il sequel del primo Rampage (voto 8 anche per lui), ma da cui si discosta per un minor quantitativo di azione e una maggiore riflessione.
In pratica il giovane Bill, a seguito del massacro terminato nel precedente capitolo, dopo essersi accuratamente nascosto, ritorna dopo 2 anni di inattività presunta a farsi vedere sugli schermi…e lo fa indubbiamente col botto. Dalla sua introduzione e dal video che inizia a circolare in rete, non si prospetta nulla di buono e infatti dopo il breve discorso contro il governo (semplice preludio a quello che sarà dopo) inizia a spargere piombo come se nulla fosse.

Un grandissimo Brendan Fletcher è sempre straordinario nella parte, sembra nato apposta per il ruolo che Boll gli ha ritagliato; alla fine riesci infatti quasi a parteggiare per lui nonostante tutto ciò che ha combinato, situazione che solo per pochi altri cattivi dello schermo ricordo sia successa.



Il suo discorso sullo Yoga è fantastico (ginnastica per egocentrici LOL) e inoltre la maggior parte di ciò che dice è dannatamente condivisibile (forse i suoi modi leggermente meno :D). Il messaggio in diretta nazionale fa venir voglia di arruolarsi immediatamente con lui (in modo tale da poter anche approfondire e chiarire meglio l’argomento 'armi') e pure l’intervista non è da meno. 

Diciamo che Boll non ha risparmiato nessuno e indubbiamente qualche nemico se lo farà; nel complesso però credo che sia riuscito ad evitare pericolose banalità, collocando nei tempi e nei modi giusti le sue critiche verso il sistema. Critiche che non hanno di certo risparmiato la categoria dei giornalisti e a riprova di ciò è bello vedere il direttore esultare per lo share raggiunto, mentre quell’altro ammazza gente come se fossero formiche. Perché effettivamente è proprio così, più la notizia è tragica, più il giornalista esulta.

Ottimo il finale, anche se oggettivamente difficile da credere, ma chissenefrega meglio così, almeno potremmo gustare qualche altro episodio della saga; bellissima infine l’ultima scena, graditi gli intramezzi musicali che ben si addicono alla situazione.

Filmone, come il precedente.


Giudizio complessivo: 8

Buona visione e alla prossima,

Luca Rait




Trailer




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