Canzoni Di Una Certa Utilità Sociale - album di Lorenzo Malvezzi




Lo so,... avevo scritto a Lorenzo su facebook: ”Ok,... grazie! Ti aggiorno presto!”. 
Si tratta di un messaggio di metà Ottobre 2013.
Non è pigrizia! Giuro!
E’ che,... Questa recensione mi ha messo in crisi!
Ho chiesto ad un mio amico laureato in filosofia un aiuto, uno spunto, un piccolo appiglio sotto forma di pensiero scritto al quale potermi aggrappare per iniziare ma,... anche lui non si è fatto più vivo!
Tremendo! Questo disco è tremendo! Bello e tremendo!
Una fotografia ironica e amara dell’Italia in crisi.
Quella che mi ferisce ogni giorno che ci passo attraverso, quando vedo gli effetti della cancrena economica che infetta tutto ciò che fino a poco tempo fa era per noi motivo di vanto a livello mondiale.
In effetti non è un ascolto spensierato di quelli che puoi mettere in macchina per goderti il viaggio, o in casa un pomeriggio per rilassarti.
Tutt’altro, sconsiglio vivamente di farlo, ma consiglio caldamente di ascoltarlo con attenzione concentrati, magari anche seduti, perché parla di tutti noi che attraversiamo questo momento maledettamente difficile cercando di mantenere la testa alta e il sorriso più che possiamo.
Sono convinta che tanta gente si estranei da certi problemi per fingere che tutto sommato la situazione non sia poi così brutta come tanti la descrivono.
Credo che questo disco parli più che altro a questo spaccato sociale, e secondo me colpisce davvero nel segno aprendo gli occhi davanti a ciò che non si può più ignorare e che ormai purtroppo fa parte di noi.
I temi sono molteplici: dal Made in Italy che ormai non esiste più perché avere aziende in Italia è semplicemente da folli, al fatto che ci vorrebbe un test che abilitasse le persone a svolgere ogni tipo di mestiere, anche perché spesso si sottovaluta quanto certi ruoli siano importanti e delicati e forse, se fossero fatti con passione e devozione, invece che per bisogno o arrivismo, le cose funzionerebbero complessivamente meglio.
Poi parla della trasformazione che hanno subito le strade delle nostre città dove spuntano assurdamente sale slot machines dove puoi esaurire dalla disperazione quel poco che ti rimane, e se non ti basta c’è sempre il compro oro che contribuisce a bruciare i tuoi ultimi averi per due soldi.
O chi, in barba ai tanti giovani precari o disoccupati che avrebbero tanta voglia di fare ma non possono, lavorando in strutture pubbliche o comunque con tanti dipendenti, riesce ad essere assenteista. O dei figli di papà che fanno finta di essere poveri e si travestono da trasandati punkabbestia. O chi, al contrario, finge ricchezza e poi è inghiottito dai debiti.
Non tralascia argomenti alla moda quali escort, calciatori, locali di calciatori e dell’evergreeen dei temi sociali: l’educazione civica, quali gestione di deiezioni canine, rispetto di code agli sportelli e quant’altro!
Grazie amico filosofo che non mi hai aiutato! :-P
Ora entro nel mio però,... eh? L’aspetto musicale. J
Le musiche sono molto semplici ma bene strutturate quindi apprezzabilmente orecchiabili.
Gli arrangiamenti, molto belli ed elaborati, danno al disco un’impronta rock popolare, a tratti leggermente elettronica, ma solo leggermente, quanto basta per dare al tutto un’aria molto fresca e di moda.
Il pezzo che trovo più forte radiofonicamente è la prima traccia intitolata “Test Psicoattitudinale” di cui esiste anche un divertente video in cui Lorenzo cambia varie acconciature dal barbiere mentre sullo sfondo scorrono vignette geniali che raccontano lo stupro economico che sta vivendo il nostro paese.
Devo soffermarmi in particolare a lodare la traccia numero 11 “Come la Santanchè”. Il testo parla di chirurgia plastica. Mi fa stendere dal ridere! Ovviamente un modo delicato e intelligente per criticare chi fa abuso di chirurgia plastica e silicone. Qui Lorenzo mette dentro al ragionamento filosofico-economico-sociale, anche l’ecosostenibilità dei corpi umani che pur essendo biodegradabili, se vengono riempiti di protesi in silicone, in futuro non saranno più ecosostenibili. Beh,... come ragionamento non fa una piega!
L’arrangiamento mi ha colpito davvero tanto. Suonato genuinamente e con gusto a mò di tango, con una splendida fisarmonica e un pianoforte sempre presente e con un ritmo incalzante. Anche la voce di Lorenzo qui risalta molto, limpida, sicura ed estremamente espressiva, che disegna una linea di canto nemmeno troppo semplice da cantare.
In conclusione, rinnovo il mio consiglio di ascoltare il disco.
Ecco il link qui sotto:



Buon ascolto!


Laura Ferrarini


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