Scream VI: Recensione Del Film




Regia: Tyler Gillett, Matt Bettinelli-Olpin


Ghostface ormai è grande, più che maggiorenne. In America si dice Street-Legal, uno che può uscire in strada senza essere accompagnato dai genitori. Ed è quello che il nostro killer dalla maschera di mezzaluna fa: andare a zonzo per le strade di New York, a sbucciare un po’ di Grande Mela.

E’ passato un (altro) anno dai fattacci di Woodsboro e le sorelle Carpenter, Sam (Melissa Barrera) e Tara (Jenna Addams, scusate Ortega) si trasferiscono a New York cercando di rifarsi una vita: la prima con l’analisi, l’altra con lo svago più totale: party, alcool & more party, e magari farsi stracciare le mutandine durante il party. Peccato che il telefono riprenda a squillare e che dall’altro capo non ci sia un call center, ma Ghostface col suo piano tariffario: linea piatta per sempre a sole venti coltellate. Un affare. L’incubo ricomincia con conseguente adunata di personaggi della saga e lezione sulle regole dello slasher. Quindi vediamo ricomparire il botox di Courtney Cox e il biondo gommoso di Hayden Panettiere, ma non Sidney Prescott/Neve Campbell per mancati accordi sul cachet, che passa la mano e manda letteralmente i suoi best wishes alle sorelline Carpenter per bocca (rifatta) di Courtney Cox. Il che non è un male, perché permette alla saga di prendere un binario nuovo, e dare il testimone alle due sorelline. Che culo, eh?!

Nella recensione del V capitolo auguravo nuove strade al killer di Munch, magari in formato serie tv, e le aspettative non sembrano disattese. D’altronde, bisogna battere il coltello finché è caldo di sangue (soldi facili, mica puzzano), quindi riconfermati i registi Gillet-Opin per la seconda partita post Wes Craven, questa volta in grande stile, con trasferta metropolitana. C’era il rischio di fare un Jason goes to Manhattan (che non ho visto e non sono quale Venerdì13 parte 12 sia), ma grazie a Dio abbiamo scongiurato l’ipotesi.


Primo perché Scream è la saga che gioca con le regole codificate, rimescolandole come il gioco delle tre carte, con tanto trucco e molto inganno, rimanendo così fedele a sé stessa e servendo bordate a sorpresa, anche quando gioca a carte scoperte. L’omicidio d’apertura con la bionda famosa e sacrificale di turno, stavolta tocca a Samara Weaving, durante un appuntamento al bar. Naturalmente la tipa è anche professoressa di cinema, quindi scatta pure la domanda sugli horror e dopo aver avuta la sua mercé di coltellate Ghostface si scappuccia, rivelando l’identità da nerd cinefilo che però non è destinato a durare, d’altronde Scream si basa proprio sul concetto che le regole sono fatte per essere ribaltate: la donna muore, il fante pure; in quale carta è Ghostface? Secondo, perché la trasferta newyorchese offre il destro a belle trovate, come l’aggressione alle due sorelle nel minimarket, dove anche un fucile può essere un’ottima deroga per il killer, e la sequenza nella metro affollata da passeggeri mascherati, perché siamo a ridosso di Halloween e poi vale il detto che nella grande mela puoi morire per strada senza che nessuno se ne accorga…

Per quanto riguarda l’identità mascherata basta aguzzare la vista. Nelle due ore e rotte di visione avete tutto il tempo per congetturare scafati come i protagonisti o lasciarvi sorprendere.

Tutto promosso? Nì, in realtà dopo le belle premesse di cui sopra e alcune simpatiche intuizioni che vi lascio scoprire, il film scivola su un finale troppo caramelloso che mi sono giustificato in due modi. O è davvero il finale di partita, oppure ci aspetta un settimo film.

Tranquilli, Scream VII si farà, è arrivato l’annuncio ufficiale. Per telefono.

Buona visione,

Enriorso


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