Goodnight Mommy


Regia: Veronika Franz, Severin Fiala




Ok posso tranquillamente ammettere che Godnight Mommy è un film che mi ha messo in seria difficoltà per quanto riguarda la sua valutazione; sia immediatamente dopo la visione, che pure il giorno dopo non sono ancora infatti ben riuscito a capire se quello che ho appena visto si tratti di una mezza cagata o di un capolavoro.

Come spesso accade in questi casi la verità probabilmente sta nel mezzo e pure nel mio caso le sensazioni sono alquanto contrastanti, dato che durante la visione il mio giudizio è cambiato diverse volte.

Il film lo si può inquadrare come un lento drammone familiare, con alcune sfumature horror che si palesano principalmente nella parte finale.

L’inizio è piuttosto strano è già dal gioco dove si deve indovinare il personaggio scritto sul bigliettino appiccicato in fronte (vi prego ditemi come si chiama che sto diventando matto), si intuisce che c’è qualcosa che non quadra.

La madre è piuttosto inquietante sotto quelle bende, bisogna ammetterlo, e pure quando sta ferma immobile trasmette un senso di inquietudine che indubbiamente fa prendere bene e fa salire una certa curiosità per quello che andrà a succedere da lì in avanti.


Il problema è che per molto, anzi moltissimo tempo non succede davvero NULLA e il tutto si trascina con una lentezza esasperante, che onestamente fa vacillare anche quelli, come me, più pazienti. In tutto questo piattume si distinguono tuttavia alcune scene apprezzabili (tra cui per esempio cito il taglio della pancia con susseguente fuoriuscita di scarafaggi).

Nella seconda parte per fortuna il regista si è destato dal torpore che lo aveva assalito nella prima parte, dove comunque era stato piuttosto in gamba a non far perdere la curiosità per la storia. Se infatti la “mamma cattiva” lasciava ben sperare, quando poi la situazione si ribalta il film prende tutta un’altra piega, grazie anche al messaggio che ci viene recapitato dal regista sul come non si debba scherzare con i bambini, soprattutto con quelli traumatizzati, visto che è un attimo poi trovarsi con la bocca incollata (altra gran scena quella).


Bello poi l’epilogo, con la spiegazione di tutta la faccenda che mi ha fatto rammaricare molto della mia pirlaggine; se ci si ripensa bene infatti appare ben chiaro fin da subito come stanno veramente le cose e, rispetto ad altri film “simili” che non cito per non spoilerare troppo, non è stato fatto molto in effetti per celare la verità. 

Nel mio caso tuttavia ha funzionato abbastanza bene e alla fine sono rimasto piuttosto soddisfatto, anche se le lungaggini iniziali di cui ho accennato sopra e alcune situazioni difficilmente credibili e alquanto assurde, hanno indubbiamente penalizzato la valutazione, per la quale non stati d’aiuto neppure molti dialoghi decisamente ridicoli.

Positivo resta comunque il fatto che difficilmente questo film non si scorda in fretta e che per un motivo o per l’altro non passa inosservato, facendo molto pensare e offrendo molti spunti su cui dibattere.

Giudizio complessivo: 6.8
Enjoy

Luca Rait



Trailer


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