La Sposa Promessa (1985): La Recensione del Film



Regia: Franc Roddam


Roger Taylor, il batterista dei Queen, intervistato su come sia stato girare il videoclip di Princes of the Universe, assieme all’ “Highlander “ Christopher Lambert ha commentato: “Di base gli attori sono tutti musicisti frustrati. So che Chris Lambert lo è”.

Lo stesso concetto si può applicare a molti musicisti, che negli anni Ottanta alternavano palco e i set cinematografici. A parte David Bowie, che ha fatto del trasformismo uno dei suoi talenti che gli permettevano di passare da Ziggy Stardust a Ponzio Pilato senza perdere un grammo del suo carisma, certi artisti si sono rivelati piacevoli sorprese come Debbie Harry (Videodrome) o Mick Jagger (Fitzcarraldo di Herzog, nientemeno anche se ha dovuto dare forfait assieme a Jason Robards, ma ci sono i provini), altri recitavano sé stessi (Phil Collins), altri erano simpatici cameo (Ozzy Osbourne predicatore televisivo in Morte a 33 giri), mentre altri ancora avrebbero fatto meglio a girare solo videoclip.

Parliamo di Sting, che sarà anche bello, biondo e sciupafemmine, nonché grande musicista e sadico arrangiatore delle parti di batteria (provate a suonare la sua Seven Days e ne riparliamo), ma come attore...lo preferiamo a fare il boss da palco; sissignore, torno a studiare i Police.




Roddam se l’era già accollato in Quadrophenia, ma dopotutto era un prodotto musicale, in questa Sposa Promessa il nostro Gordon è addirittura il Barone Frankenstein, che dopo aver animato il mostro più famoso di lui (Clancy Brown), passa a creare la femmina Roxanne! No, scusate Eva (Jennifer Beals). Ma quando questa respinge la creatura, Stingestein decide di educarla e tenersela per sé perché lui è bello, biondo, figo, aiutante e ha un Message in a Bottle per lei da consumare. Eva, però avendo imparato, vorrebbe essere indipendente da Stingmalione, ma come sì fa a dire di no all’autore di: “Every breath you take, every move you make, i’ll be watching you…?

Sting non sapeva recitare, in questo film lo dimostra ampiamente. Legnoso, manicheo e pure antipatico, al di là del ruolo del barone geloso e possessivo. Non ho idea se poi sia migliorato, ma diciamo che funziona meglio in particine piccole (il soldato da fucilare in Le Avventure del Barone di Munchausen). A parità di fattori, meglio l’occhio da tonno di Bon Jovi.




Il film invece si lascia guardare: di base è una specie di remake (o reboot) del bellissimo classico La Moglie di Frankenstein (1935), ma aggiornato agli anni Ottanta. Fiabesco ma sensuale, a tratti con l’estetica videoclippara con la Beals fresca di Flashdance, ma personalmente ancora un po’ acerba, o forse è il ruolo di Eva primigenia e spaesata. Farà di meglio tre anni dopo, turbando questa volta lo yuppie Nicholas Cage in Stress da Vampiro, di cui prima o poi parleremo.

Clancy Brown invece sfrutta la sua statura e i suoi lineamenti da Gargoyle per darci un mostro di Stingestein umano ma capace di ferocia se provocato. La parte dell’amicizia col nano Rinaldo e tutta la deriva circense funziona, anche se durante la realizzazione del film l’attore scoprì di essere allergico al trucco prostetico.

Ci ha guadagnato la successiva interpretazione: il malvagio Kurgan di Highlander, potreste averne sentito parlare. Ci recitavano un musicista frustrato e quattro Regine del Rock…

Buona visione,



Trailer



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