I Maniaci: Recensione Del Film



Regia: Lucio Fulci


Nonostante la sua fama come Poeta del macabro, Fulci era considerato anche il Terrorista dei generi. E definizione più giusta non poteva esserci. In effetti, prima di salire alle luci della ribalta - solo all'estero, perché qui in Italia ovviamente a pochi importava dei suoi film - con i gialli e gli horror, aveva girato una serie di commedie. Tra queste commedie ce n'è una in particolare che spicca per la sua satira nei confronti della società: "I maniaci". Nel film ci sono Morricone alle musiche, Castellano e Pipolo alla sceneggiatura (scritta insieme ad altre 3 persone, Fulci compreso) e un cast di stelle del cinema comico dell'epoca: Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Franco e Ciccio, Franca Valeri e tanti altri.
Per quanto riguarda ciò di cui parla, il film si presenta come una sorta di film a episodi, tutti incentrati sul tema delle manie, con personaggi con cui, a detta del trailer, ci possiamo facilmente identificare. Ora, sebbene siano passati quasi 60 anni dall'uscita del film, penso che alcuni episodi rappresentino perfettamente le manie di alcune persone: macchine, sport, donne e soldi in particolare. Infatti tralasciando qualche episodio poco convincente, ce ne sono alcuni molto divertenti ed altri che ci fanno pensare a come gli italiani in più di mezzo secolo non siano cambiati per nulla. In un episodio ci sono due amici che per tutta la vita criticano lo stato italiano, ma poi inneggiano al duce e partecipano alla guerra. In un altro, forse il più divertente, mostra una coppia interpretata dalla vera coppia Vianello-Mondaini che discute in auto per lo stile di guida del marito e dopo un po' i due finiscono per schiantarsi, con un finale meraviglioso, anche se un po' "macabro". In "La cambiale" invece, due coppie si sfidano a chi vive più nel benessere usando cambiali per comprare qualsiasi cosa, per finire poi vecchi e indebitati. In "Lo strip" invece, un uomo va negli strip club per osservare le donne, ma poi con un colpo di genio finale, si scopre che lo fa per imparare da loro le mosse e poi ripeterle a casa con una scritta CENSURA quando inizia a spogliarsi. L'ultimo episodio invece ( "La comica finale - Il weekend") è quello che meno di tutti c'entra con il tema principale e mostra due ladri (Franco e Ciccio) che entrano in una casa che dovrebbe essere deserta, ma che poi si popola di persone infedeli, andando così a creare una sorta di commedia degli equivoci con alcune parti davvero esilaranti e con altre che purtroppo presentano le stesse caratteristiche delle precedenti e successive commedie del regista. Ma ci sono soprattutto quattro episodi che mi hanno sorpreso e ora ne parlerò con spoiler perché sono comunque brevi episodi in un intero film.

LO SPORT

Un capoufficio tifosissimo sfegatato della nazionale italiana si vede "costretto" a far prostituire la moglie.
Negli anni '60 forse mostrare questa cosa andava un po' oltre le consuetudini delle commedie dell'epoca, ma mostra quanto certi uomini siano così attaccati alla fede calcistica da fare di tutto e scommettere persino le proprie donne come se fossero oggetti. Sì, questo potrebbe far sembrare l'episodio un po' sessista e maschilista ma, dai commenti dei compagni del protagonista ("adesso basta dai, hai vinto la scommessa") e dal karma che lo colpisce nel finale, io la vedo un po' come una sorta di vendetta da parte della donna, anche se ciò non toglie che visto oggi questo episodio sia quello che più di tutti ci lascia un po' sconcertati.

L'HOBBY

Due donne intraprendono una relazione con lo stesso uomo e uniscono le forze per scoprire un'eventuale terza donna.
Questo episodio mi ha sorpreso per due motivi. Uno è il fatto che mostrare due donne che stanno consapevolmente con lo stesso uomo è un presagio di ciò che sono diventate poi le relazioni aperte negli ultimi anni, nonostante alcune affermazioni un po' al limite causate dalla mentalità collettiva non poi così aperta dell'epoca. L'altro motivo è che le protagoniste gelose che stalkerano il partner sono donne e non uomini come ci si sarebbe purtroppo aspettati vedendo tutto quello che succede ogni giorno. Poi l'epilogo, dopo una serie di equivoci mostra il classico calcetto degli uomini che però qui non è una scusa e questo mi ha fatto ridere non poco.


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L'AUTOSTOP
Un uomo siciliano emigra al nord per trovare lavoro e chiede un passaggio a un milanese.
Questo è il classico esempio di come gli italiani abbiano un sacco di pregiudizi gli uni verso gli altri, soprattutto nei confronti dei meridionali da parte dei settentrionali. D'altra parte c'è il meridionale che pensa che colui che lo accompagna voglia abusare di lui, con la paura di rivivere ciò che gli è successo in Sicilia durante l'infanzia. Il tutto si conclude in un climax che porta entrambi a scappare dall'auto, poiché la mancanza di comunicazione è i vari pregiudizi li hanno fuorviati.

LA PAROLACCIA
Uno scrittore visita un altro scrittore suo amico per chiedergli consigli riguardo la scrittura di un suo libro, per poi scoprire che voleva solo eliminare la concorrenza.
Questo è l'episodio migliore del film, che mostra quanto la censura sia inutile, soprattutto se si vuole cercare di censurare la realtà. In un'epoca in cui le canzoni erano piene di storie d'amore, quest'episodio inizia con una canzone che parla di un uomo che coltiva la marijuana. Poi, andando avanti un personaggio inizierà a citare sue opere usando "parolacce" come merda, cesso, fagianeto e così via. Ma la parte migliore arriva dopo, nel momento della stesura del libro, dove il protagonista inizia a parlare di "invertiti" come li chiama la moglie, uomini che indossano vestiti da donna e transessuali. Il tutto viene commentato dallo scrittore come "ma è normale". Ora, sebbene nell'episodio lo faccia per soldi, questo mi ha colpito perché prendere le difese di omosessuali e transessuali in un film italiano - paese dove tutte le commedie fino ad allora parlavano solo di uomini arrapati e donne disponibili - è qualcosa di incredibile. Se poi uniamo questo al fatto che vengano usate parole forti come "mignottona" o il "vaffanculo" finale che, interrotto dalla musica di Morricone anticipa la scena finale de "Il buono, il brutto, il cattivo", questo episodio risulta il migliore di tutto il film.

In conclusione, questo film è un film che consiglio caldamente a tutti, nonostante la sua difficile reperibilità.

VALUTAZIONE PERSONALE: 8

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Trailer



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