Grand Budapest Hotel


Regia: Wes Anderson


Una piccola perla, pieno di grazia.

Scene ed atmosfere surreali, trama solida e convincente, storia a tratti commovente, sempre divertente, con qualche punta di crudezza a stemperare l’aria sognante in cui è immersa tutta la pellicola. Ogni sfondo un quadro, ogni dialogo un gioiello, ogni scena in movimento una coreografia.


Ottime regia e sceneggiatura di Wes Anderson, il film è poi recitato magistralmente dai due 
protagonisti (da Ralph Fiennes ce lo aspettiamo, Tony Revolori è una piacevole rivelazione, alla sua prima prova) e reso godibilissimo dai numerosi camei dei grandi attori presenti.

La trama, che si svolge in un immaginario paese dell’Europa centrale, si sviluppa intorno al delitto di un’anziana e ricca signora che vedrà coinvolti l’impeccabile ed affascinante concierge dell’Hotel Grand Budapest (Fiennes) ed il suo confuso quanto saggio garzoncello (Revolori). E mi fermo qui perché mi sembrerebbe di banalizzare il film: bisogna guardarlo, raccontare la trama non rende adeguatamente l’idea. Dico solo di fare attenzione, durante la visione, ad alcune punte di genialità, come la società segreta dei concierge e le scene all’interno della prigione. Meritano, veramente.

Ispirato alle opere di Stefan Zweig, che confesso non avere mai letto (ed a questo punto credo proverò a breve), scopro ora che il film si è aggiudicato il gran premio della giuria a Berlino e, stante la mia allergia ai film da cinefestival, il fatto che mi sia piaciuto così tanto è segno che non è un’opera esclusiva per intellettuali cinefili, ma possono goderne anche i comuni mortali.


Consigliatissimo.


Recensissimo



Trailer


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