Gioco Dannato: Recensione Del Libro



Autore: Clive Barker


Ogni tot anni sento il richiamo di Clive Barker. Lo ritrovo come un buon amico, o un vino particolarmente corposo, con cui ti comunichi, a piccole dosi. Barker è un po’ come la Comunione; entrambi vanno presi con la giusta disposizione d’animo. 

Così, spulciando nel suo catalogo e frugando nei siti specializzati, - se vai in una qualsiasi libreria e chiedi un suo libro ai commessi, questi ti guardano straniti, manco gli avessi chiesto il loro codice fiscale –, mi sono fatto tentare dai suoi orrori su carta con questo Gioco Dannato, in quelle belle edizioni tascabile Sperling Paperback che strillano ok boomer.

Varsavia, fine della Seconda guerra mondiale; il Ladro ha sentito leggende riguardo un misterioso giocatore detto l’Europeo, che non perde mai una partita, e spinto dalla curiosità, ma anche dalla brama di sfida cercherà lo sfuggente individuo…

Quarant’anni dopo, il galeotto Marty Strauss viene scelto per una scarcerazione anticipata da un certo Mister Toy. Dovrà fare da guardia del corpo all’anziano magnate Whitehead, ormai recluso nella sua villa di campagna e circondato dall’affetto dei cani e quello comprato con l’eroina della figlia Carys di cui Marty si innamorerà. Ma la protezione di cui il vecchio ha bisogno va aldilà del semplice bodyguard. Qualcuno venuto dal passato deve chiudere una partita…


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Barker è in forma, e racconta quello che gli viene meglio: horror metropolitano e le aberrazioni umane, più mostruose di qualsiasi creatura fantastica. Per lui lo squallore urbano, il sesso, la carne, sono tonalità delle pulsioni umane. Prendiamo il Mangialamette (già dal nome), sgherro pedofilo e cannibale dell’Europeo, viscido, rivoltante, nauseante come il profumo di sandalo che si mette su a litri, non ha niente per cui il lettore può simpatizzare, se non forse, alla fine, ma starà a voi decidere, perchè Clive è un maestro nel dipingere lo schifo che fa come essere. 

Non c’è quasi redenzione e nemmeno religione (bella la sferzata ai battisti americani, con tocchi quasi blasfemi e l’immagine di San Tommaso che piscia arcobaleni è geniale). Marty il protagonista è il classico eroe barkeriano con suo carico di sfighe e vizi, che scivola verso un abisso più grande di lui, pronto ad accoglierlo a braccia spalancate verso atrocità con pensava potessero esistere, e noi con lui. Ma Barker sì, le conosce e ce le disvela con frasi semplici ma poetiche, allucinate come certi orrori degni di Lovecraft, ma filtrati attraverso l’ottica di Dalì o, meglio, Cronenberg. Anzi, per certi versi il regista canadese è un alter ego di Barker. Non è un caso se nel suo Cabal, Clive gli abbia offerto il ruolo dello psichiatra sadico…Lunga vita a queste pagine di carne. 

Non libri di sangue, ma un mazzo di carte blasfeme eppure così simili all’uomo.

Quando volete qualcosa di diverso delle produzioni dello Zio Steve o dei legal thriller da treno mattutino, tornate alla vecchia Europa, fra le ossessioni di Clive Barker, garantito che basta un solo libro…

Qui il libro

Buona lettura.


(Enrico Corso autore dei libri La Scala Di Vetro e Nero Come L'Arancio)


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