Fargo (Stagione 5): Recensione Della Serie TV



Regia: Noah Hawley e altri


Prendete eventi accaduti in Minnesota un X tempo fa, meglio se sordidi e macchiati di sangue e fintamente censurati. Poi aggiungeteci Juno Temple che da passa da scricciolo spaurito a tigre fatale, un sicario pittoresco, una bella spruzzata di neve gelida e avrete la stagione numero 5 di Fargo.

Dorothy Lyon (la Juno Temple di qualche riga fa, figlia del regista Julian Temple) è una tranquilla casalinga, sposata ad un marito beota che lavora in una concessionaria e succube di una madre spietata dalle gelide e ritoccate fattezze di Jennifer Jason Leigh, una figlia piccola ma già genderfluid e con un passato che un bel giorno si ripresenta alla porta per strapparla via dal suo habitat e rimpiombarla in un inferno. Ma Dorothy non è affatto una donna indifesa, anzi ha artigli e denti e un set di autodifesa degno di Rambo che Mamma ho perso l’aereo. Ciò porta ad una girandola di avvenimenti e personaggi che porterà a far scorrere sangue, neve, soldi e altro…


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La quinta stagione della serie ispirata al film dei fratelli Cohen vince facile. Prende le coordinate già stabilite dalle precedenti stagioni, lo condisce girl power e revenge di Juno Temple che spara, scalcia, piazza trappole, scappa, combatte per proteggere la sua famiglia, come una proto-Uma Thurman di Kill Bill - ma anche qualsiasi altri eroina a tema -, e funzione. Anche se la trama potrà diventare prevedibile, ci si diverte lo stesso grazie al nugolo di personaggi in gioco, dal villan roccioso dello sceriffo Roy Tillerman (John Haam, alias Mad Men), macho tossico, dispensatore di legge come di citazioni bibliche, ovviamente dell’antico testamento, vice di Dio e della Costituzione degli Usa, il classico stronzo che non vorresti mai ti fermasse a chiederti patente e libretto, oppure l’avvocato guercio che fa tanto pulp, tutti ingredienti funzionali a creare la serie, a rendere i fattori più importanti della loro somma.

Così come per il gigantesco Munch, il sicario freelance, dal passato misterioso, il figlio di Cigurth di Non è un paese per vecchi e il Kurgan di Highlander, col volto butterato, capello da paggetto e gonnellino scozzese, spezie esotica ma riuscita, tanto da sorpassare Jennifer Jason Leigh nel ruolo di gelida suocera capo clan.

Non azzeccata come la prima stagione, ma riuscita nell’intrattenere, senza dover gonfiare aspettative vintage come la seconda, attori i doppi ruoli come la terza e creare una barzelletta come la quarta. La Quinta di Fargo è come la Quinta di Beethoven, una scarica diretta che tutti conoscono. Uguale ad uno sparo.

Buona visione


(Enrico Corso autore dei libri La Scala Di Vetro e Nero Come L'Arancio)


Trailer


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2 commenti:

  1. Davvero non male.. specie in confronto con le innumerevoli ciofeche che escono e in cui ci si imbatte a frequenza quotidiana... ;)

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