La Divina Commedia - Go Nagai


di Go Nagai


Continua il pregevole lavoro della J-POP, intenta a ripubblicare organicamente in Italia l'opera omnia del maestro Go Nagai.
Dopo aver deliziato tutti i fan over 30 con le ristampe di classici come Devilman o Mazinga (nelle sue molteplici incarnazioni), adesso è il momento di una delle opere più ambiziose dell'autore giapponese, ovvero l'adattamento a fumetti della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Fughiamo subito qualsiasi dubbio: l'adattamento nagaiano, di cui è recentemente caduto il ventennale, è probabilmente il più fedele mai realizzato in termini di aderenza letteraria e contenutistica al testo originale. Pur con alcune inevitabile concessioni alla digressione narrativa, il rispetto con cui il maestro giapponese si è approcciato alla difficilissima materia è encomiabile, specie tenendo conto che l'epopea dantesca è nata in un contesto storico-culturale lontanissimo da quello dell'autore di Mazinga

A voler cercare il pelo nell'uovo, si potrebbe obiettare che all'Inferno sono stati dedicati due volumi su tre, compattando Purgatorio e Paradiso in un unico volume, ma si tratta
oggettivamente di un dettaglio. Se nulla o quasi si può dire sull'adattamento, una menzione d'onore va data ai disegni: l'amore per le illustrazioni di Dorè (che, su ammissione dello stesso Nagai, in gioventù lo avevano spinto sulla via del fumetto) traspare in ogni singola tavola. 

Pur non rinunciando ad alcuni suoi topòi grafici, nelle raffigurazioni dei personaggi come nelle espressioni, e al suo smisurato amore per figure demoniache od angeliche, la reinterpretazione delle storiche illustrazioni ottocentesche è a dir poco eccezionale; perfetta inoltre la scansione delle tavole in rapporto al testo e la particolarissima tecnica di ombreggiatura dei disegni, volta a richiamare il tipico effetto litografico. Poco altro da aggiungere, tranne che la lettura è più che consigliata. Siamo di fonte ad una pietra miliare del fumetto, la cui adozione anche e soprattutto nelle scuole sarebbe doverosa. 


Ivan Mirenda




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