Tempi Duri Per i Vampiri: Recensione Del Film



Regia: Steno (Stefano Vanzina)


Dracula il Vampiro di Terence Fisher incassa milioni ed è subito parodia, grazie al colpo gobbo di Mario Cecchi Gori che scrittura proprio IL vampiro per eccellenza: Christopher Lee; ma non chiamatelo Dracula, le parodie sono cose serie.

Così il conte Roderico da Frankurten (Lee ça va sans dire), sfrattato dal suo castello – viene demolito per far spazio ad una centrale nucleare – si rifugia in Liguria presso il nipote Osvaldo Lambertenghi (Renato Rascel), il quale però ha venduto il proprio maniero per debiti che è stato riconvertito in hotel, lavorandoci come fattorino. Giusto il tempo di un morso e Osvaldo la notte diventa un vampiro assatanato, mentre di giorno ritorna l’imbranato di sempre, ma con un codazzo di clienti bonazze sedotte dal suo fascino. Ci vorrà l’amore di Lillina (Kay Fischer) a spezzare la maledizione…

Il Gotico Italiano deve ancora nascere, che la parodia gli scippa già il modello dei film Hammer, ma d’altronde il metro di successo di un film è dato anche dalle imitazioni, e in questo caso avere il divo dei vampiri aiuta; Lee non solo è contento di lavorare in Italia - ha origini italiane e parla anche la lingua -, ma coglie l’occasione (pia illusone) per non essere associato solo a Dracula, memore della brutta fine fatta da Bela Lugosi.

L’accoppiata con Rascel è così bizzarra che funziona: alto e ieratico lui, nanetto e cachinni l’altro, anticipano l’altro strano duo I Gemelli di Schwarzenegger e De Vito. Peccato che le scene insieme siano poche e che il film gravi su Rascel e il suo repertorio d’avanspettacolo.

In sintesi, un filmetto innocuo ed oratoriale, come ci si aspetta da certe commedie di fine anni Cinquanta con tanto canzonetta ballabile cantata da Rascel, Dracula-Cha-cha-cha. Anche se la versione di Bruno Martino è migliore (a parer) mio, però rimane in testa o sul collo, a vostro piacimento.


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Steno dirige da mestierante sicuro, ormai è un regista collaudato già da una decina d’anni, ed è anche protagonista di un cin aneddoto raccontato da Lucio Fulci: appena arrivato in albergo, Steno viene chiamato d’urgenza da Lee, deve parlargli subito. Il regista ci va di controvoglia, inquadrandolo come rompicoglioni. Che vorrà? Trova Lee in camera, con vestito e il mantello da vampiro e una valigia: “Questo adesso mi adesso mi cambia il copione, che rottura…” Pensa lui. Invece Lee estrae diversi modelli di canini: vuole sapere quali il Maestro Steno preferisce…

Un po’ di campanilismo nella valutazione ce la metto: è girato ai Castelli di Sestri Levante, a pochi chilometri dal mio habitat, code in autostrada permettendo, per cui se volete gustarvi un filmetto balneare coi vampiri, come una cartolina degli anni Cinquanta bloccata nella fessura della vostra casetta postale (Baci dalla Transilvania) allora questo fa al caso vostro.

Se invece vi sembra troppo bizzarro, pensate che avremmo dovuto vedere Totò – Boris Karloff, in Un Mostro e Mezzo, poi andato a Franco & Ciccio. Magari in un altro universo è stato girato.

In questo invece continuiamo a ballare Dracula Dracula dra (cha cha cha)
Sei forte, sei nero, sei bello
Perché non ti succhi un bel pollo
E lasci le donne campar…

Buona visione.


(Enrico Corso autore dei libri La Scala Di Vetro e Nero Come L'Arancio)


Trailer



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