The Girlfriend Experience



Regia: Steven Soderbergh

"Nel mulino che vorrei...un divano e Sasha Grey...", era così che recitava la pubblicità giusto?

E niente, basta leggere il suo nome che scatta la scintilla, e non solo in me...e qualunque essere umano di sesso maschile (ma pure femminile, perché no?) che afferma di rimanere insensibile sentendo nominare cotanta esplosione di femminilità, o mente oppure mente. E se non siete convinti, chiedete pure un parere a chi se ne intende.

Ma perché mi sono lasciato andare a tutto questo lungo e apparentemente inutile cappello (cappellO con la O mi raccomando) introduttivo?

Beh, innanzitutto perché non è che abbia molto da dire stavolta e poi perché The Girlfriend Experience è un film/documentario con protagonista appunto Sasha Grey, nei panni di una escort di lusso, di cui ci vengono mostrati alcuni spezzoni di vita comune, tra appuntamenti coi clienti e vicende personali.

Personalmente il presobenismo era dettato principalmente dalla presenza di Sasha che, dopo il pessimo (ma non per colpa sua) Smash Cut, mi piaceva rivedere in un ruolo diverso dal quale ci aveva abituato (e infatti all'inizio non l'avevo riconosciuta coi vestiti addosso...semi cit. del grande e compianto Raimondo Vianello).


Ma ad alimentare la curiosità, ecco che compare il nome di Steven Soderbergh che, tra alti e bassi, due cosette le ha dirette (ed in particolare voglio citare l’ottimo e piuttosto recente Unsane), per cui l'input di pigiare play sul mio Prime Video alla fine ha avuto la meglio.

Ed ecco, forse era meglio che l'input si fosse fatto i cazzi suoi.

Non tanto perché si tratti di un film brutto, ma perché di fatto non so bene manco io cosa sia. Non c’è una trama, non c’è un senso, non c’è una morale, solo questa serie di incontri escort-clienti, documentati dalla nostra protagonista nei minimi dettagli, inframezzati dalla vita di coppia di Sasha e del personal trainer che ha la fortuna di accompagnarsi a lei.


Tra l’altro il film (?) risulta di una noia cosmica, con personaggi poco credibili ed infarcito di dialoghi inutili e quantomai banali che quasi ci fanno rimpiangere quelli delle ben più famose performance della Grey che, seppur poco sfruttata, ci mette anche un po’ del suo nel non rendere indimenticabile la prestazione recitativa globale. Oltretutto caro il mio Soderbergh, di qualità ce n’era in lei, per cui qualcosina potevi pure mostrare, giusto per non farti volere ancora più male.

Detto ciò, concludo ricordandovi che, se pensate di approcciare questo documentario unicamente per la presenza di Sasha, come per altro ha fatto chi vi sta parlando, vi consiglio caldamente di lasciar perdere; casomai se proprio volete, scrivetemi in privato che nel mio hard disk possiedo suo materiale decisamente molto più invitante.

Giudizio complessivo: 4

Infelice visione,


Trailer


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