Fiore Di Roccia: La Recensione del Libro


Autore: Ilaria Tuti

Sono esistiti ruoli nella Prima Guerra Mondiale che sembrano esser dimenticati. Angeli preziosi che hanno trascorso ore sotto gli spari, con le braccia segnate, le spalle sanguinanti, le schiene piegate ed una forza d'animo ineguagliabile.

Si chiamavano Le portatrici.

Donne: ragazzine, giovani madri.

Tra i tredici e i sessant'anni.

Da portare sul palmo della mano, indispensabili per quegli uomini al fronte che aspettavano trepidanti lettere di conforto, munizioni, esplosivi, medicinali. Donne speciali, resilienti, abituate ad essere definite attraverso il bisogno di qualcun altro, che rischiavano la vita attraversando campi di morte e seppellivano fratelli.

Ilaria Tuti emoziona con questo libro, le ricorda attraverso una delicatezza senza pari: ascolterete i loro pensieri, sentirete le loro paure, palpabile sarà il coraggio che le spinge in terreni illuminati a giorno nelle notti più scure. Ilaria commuove.

Seguiamo il percorso di Viola, Caterina, Lucia, Agata... I loro sforzi disumani, il metallo sulle labbra, i simboli sulle braccia identificativi di un carico che spesso imbarazzava i militari stessi per il pericoloso trasporto.

 

Cantano, si abbracciano, si proteggono, incoraggiano, camminano facendo la maglia. Le gerle che un tempo trasportavano infanti fregano ora sulla pelle, pronte ad esplodere. Donne con le lacrime agli occhi e nessuna traccia di ozio, nemmeno quando la stanchezza piega loro le gambe.

Proiettili e granate fischiano nell'aria.

Non si fermano.

Curve.

Intonano preghiere per i ragazzi e gli uomini al fronte, per se stesse. Ascolterete ogni sospiro, vedrete ogni singolo sorriso, capterete i singhiozzi trattenuti, vi emozionerete con ogni abbraccio e sguardo perché Ilaria ci dona una lettura sensoriale e tante riflessioni sulla guerra, la vita, la resilienza di questi fiori di roccia aggrappati con tenacia a queste montagne e al bisogno di tenere in vita.

Un viaggio in trincea, nel Friuli, una parte di storia da non dimenticare come Maria Plozner Mentil, colpita a morte nel 1916 e meritevole della medaglia conferitale al valor militare dal Presidente Scalfaro in sua memoria.

Qui il libro

Buona lettura,


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