L'Enigma Della Camera 622



Autore: Joël Dicker

RECENSIONE

Joël Dicker ritorna col nuovo romanzo e ancora una volta fa centro...e che centro mi verrebbe da dire.

Se infatti con Harry Quebert era stato a dir poco eccezionale, con Stephanie Mailner si era addirittura superato, per cui era difficile immaginare che con il lavoro successivo potesse alzare ulteriormente l'asticella. 

E invece lo ha fatto, diavolo di un Dicker.

Come nei libri precedenti, non deve spaventare lo spessore di questo bel mattoncino, dato che lo scrittore elvetico ci ha abituato a storie non inferiori alle 600 pagine. Anzi devo confessare di aver rallentato la lettura nella seconda parte, per non dover terminare troppo presto questa storia che ti rapisce, ti cattura, ti sballotta tra presente e passato e ti fa vivere l'intera vicenda insieme agli straordinari protagonisti.

La volontà di scrivere un libro ispirandosi ad un fatto tragico, insieme all'epiteto Scrittore ripetuto più volte, ci rimanda immediatamente alla vicenda di Harry Quebert, con il gioco della storia nella storia che ha funzionato all'epoca e funziona alla grande pure adesso. 

In più qui si aggiunge il tributo che Dicker riserva a Bernard de Fallois, il suo fido editore scomparso da poco e divenuto, insieme a Dicker stesso, uno dei personaggi protagonisti di questo romanzo sviluppato quasi a mò di matrioska.


L'alternanza delle storie è assolutamente ben strutturata e, nonostante tra un capitolo ed un altro ci si ritrovi in luoghi e periodi diversi, la lettura non ne risente affatto, anzi. Tra l’altro l’autore è riuscito a trovare la giusta misura nel cambiare scenario, lasciando sì la curiosità nel lettore, ma senza far passare troppo tempo prima di riprendere in mano la storia che stava raccontando, non rendendo quindi la faccenda troppo faticosa da seguire.

Il coinvolgimento è elevatissimo fin da subito, anche se poi in realtà non è che succeda molto. Sono infatti più le vicende dei personaggi che ti intrigano, che ti rendono partecipe della loro vita, delle loro ambizioni e delle loro sofferenze. E poi diciamocelo senza troppo girarci attorno, alla fine è sempre la figa che manda tutto all’aria, soprattutto quando questa è pure di sana origine sovietica.

Man mano che si procede, non si sa più quale sia la storia più interessante, se quella della gioventù dei protagonisti e della loro scalata verso il successo, oppure quella della notte dell’omicidio nella camera 622, o ancora quella del Dicker detective che, con l’aiuto della provocante aiutante Scarlett, tenta di far luce su quelle torbide vicende. Tra l’altro sarebbe molto interessante sapere se tutti gli aneddoti svelati (tipo gli svariati rifiuti dell’ex editore nei confronti di registi vogliosi di firmare la serie di Harry Quebert) fossero veri, oppure frutto dell’immaginazione del nostro amico Joël (ma propenderei per la prima).

I colpi di scena, come ormai Dicker ci ha abituato, non mancano e nella parte finale ti ribaltano la frittata come solo uno chef stellato sa fare; non fai in tempo ad accettare una roba, che ecco pronti via e devi rifare tutto da capo, in un gioco di sospetti, tradimenti, amicizie che ti porta a non fidarti di nessuno, neppure di quello che hai appena letto (ed infatti, la tentazione di tornare indietro, per capire come potesse essere giustificato l’ennesimo cambio di identità dei personaggi, in più di un’occasione si è fatta sentire).

Personaggi che, come ho già detto, sono il punto cardine di tutto libro. Una caratterizzazione perfetta, che te li fa proprio immaginare stampati di fronte a te; Tarnogol, Levovich, Macaire, Anastasia e tutto il contorno, che non cito per non ingombrare troppo il sito, ti accompagnano durante quest’incredibile storia, che ovviamente raccomando di leggere a tutti, in particolare agli amanti dello scrittore di Ginevra, che qui ci ha regalato forse il suo pezzo migliore.


Qui il libro
Giudizio complessivo: 9.2

Enjoy,


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