Redenzione: La Recensione del Libro



Autore: Chiara Marchelli

Giorgia non si ascolta più da tanto tempo, però sa che nel telefonino sono impressi vocali che le ricordano il “perché” e “chi è”. 

Ha smesso di ascoltarsi perché ben consapevole che quel percorso non ha un risultato finale, ma solo traguardi volanti che sfumano e si dimenticano per spostare l’attenzione a quel “di più” che l’anoressia sa riproporre senza sosta. 

La ricerca spasmodica di una perfezione ogni volta insoddisfacente, l’eliminazione degli impulsi per non sentire più dolore, per estraniarsi dalla vita, dai legami e dalle emozioni che rendono vulnerabili. Annientarsi per privarsi di tutto, allontanare l’eccitazione che i sogni sanno dare e imparare a non desiderare più. Un silenzio assordante, il corpo che scompare per ritrovare un equilibrio.

Siamo a Volterra, in vacanza.


Mentre Giorgia, dopo tanto tempo, inizia a confidarsi con Malina, abitante del posto, una donna viene rinvenuta strangolata e sfigurata. I capitoli iniziano ad alternarsi. Attraverserete i pensieri di Nardi, comandante che si occuperà dell’indagine, accompagnerete Giorgia e Malina in burrascosi passati e soprattutto vi appariranno capitoli in corsivo sempre più strazianti. Lettere. Una donna che chiede disperatamente salvezza, che vuole essere portata via da quel manicomio, che invoca la madre e i santi, che chiede perdono. Scrive, corregge, scarabocchia, abbozza fiori, croci. Perché tanta disperazione e indifferenza?

E quando ormai Nardi inizia a considerare chiuso il caso, eccone un altro ancor più sconcertante.

Una scomparsa.

Giorgia sembra essersi dissolta nel nulla.

In copertina si vede scritto Redenzione – la prima indagine di Maurizio Nardi, si pensa al giallo…No. Per quanto mi riguarda questo aspetto è secondario, Chiara Marchelli sembra non dargli forte risalto e lo descrive con estrema semplicità senza insistere sui particolari tecnici e le azioni della scientifica. 

Chiara fa esplodere la profondità umana, dritti al punto, verso quella disperazione che porta a cancellare se stessi gridando, al tempo stesso, la propria presenza. 

Un libro “di pancia”, emozionante e che trasporta in una realtà dove il verbo “guarire” sembra non essere indicato nelle mappe.

Qui il libro

Buona lettura,



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