Le Schegge: Recensione Del Libro



Autore: Bret Easton Ellis


È in questa realtà spregiudicata e lussuosa che Bret torna a raccontarci di sballi, fughe dalla realtà, feste in ville da mille e una notte, capelli al vento su auto potenti per trascinarci nei meandri di vite adolescenziali dove tutto si ottiene, dove il sorriso di circostanza è caposaldo nelle relazioni, dove l’offuscamento mentale è di rigore per poter dimenticare e non porsi domande. 

Le vite di Debby, Susan, Ryan, Matt, Thom e Bret stesso all’ultimo anno alla Buckley, l’arrivo del misterioso Robert che tutto farà vacillare. Un periodo che nessuno dimenticherà.

Bret mi ha agganciata senza scampo a questa esperienza inquietante, grande l’emozione e forte il coinvolgimento. Ho sofferto per Bret, per le sue paure a mostrarsi per quello che è davvero, il voler a tutti i costi nascondere i propri sentimenti e le tendenze sessuali, la disperazione nel comprendere (o credere di comprendere) ciò che davvero sta accadendo e il non riuscire a condividerlo.


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Che nervoso però mi ha fatto anche venire! Un serial killer che si aggira tra le strade di L.A. , ragazze che scompaiono, il cerchio che sembra stringersi sempre più attorno a loro, segnali lampanti che qualcosa li sta catturando nella rete e tu, Bret, che farfugli, che ti giri altrove perché i tuoi tentativi di dire qualcosa risultano sempre vani. Nessuno vuole ascoltare. Per tutti sei un pazzo visionario. E vederti tornare a casa dilaniato dalla rabbia per la cecità altrui. Tu che senti stridere qualcosa, ma non comunichi come si deve. Momenti in cui tutto sembra finalmente districarsi e tu… ecco che di nuovo ti blocchi preferendo la finzione, l’indifferenza. E quando ti capita l’occasione, per la miseria, mai una volta che tu riesca a parlare in modo coerente! Ed è mai possibile che non ci arrivi che le cose vanno dette alla polizia?? Santa pazienza. Parla sempre con dei trogloditi, fumati e storditi. Tu, i miei nodi non li sciogli mai, anzi. Intrecci le mie budella e mi fai perdere la pazienza ad ogni pagina. Quanto nervoso ho accumulato. Ho capito che sei giovane, che sei un 17enne, ma mi par che le vostre vite vi rendano alquanto dipendenti o no!?

Ti guardo delirare nella tua paranoia e il tuo modo sconclusionato. Ti vedo scappare dalla realtà, creare un altro Bret che non vede, non sente, non agisce, non si fa domande e fa di tutto per comportarsi da ebete pur di sopravvivere in questa realtà assurda. Ti abbraccerei forte comunque, Bret, per tutte le volte che ho sentito il tuo desiderio crescere, i tuoi sentimenti prendere forma e implodere.

Sei stato meno didascalico, più sentimentale, disinibito, decisamente malinconico e raccapricciante. Una storia che ha segnato la fine della vostra innocenza, che vi seguirà per sempre nel corpo e nell’anima. Ma anche a me ha lasciato tanto e ti ricorderò: con affetto e anche con confusione.

Perché tu, mio caro Bret, mi hai tenuto sulle spine sino alla fine per poi…crearmi solo un vuoto immenso e con il doppio dei dubbi. Chi sei davvero? Ce l’hai davvero raccontata giusta ?

Qui il libro

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