Per Favore Non Mordermi Sul Collo: La Recensione del Film



Regia: Roman Polanski

Mentre riaprono le discoteche, pronte ad inghiottire nuovi corpi a suon di musica unci-unz e litri di Jagerbomb e Vodka Lemon (fammeli carichi, mi raccomando), io preferisco qualcosa di più tranquillo; un bel ballo di vampiri tra quadriglie e drink alla giugulare, dove Transilvania non è il franchising di Argento e la notte non tramonta più.

Il professor Abronsius (Jack McGowran, col look alla Einstein), si reca in Transilvania a studiare il fenomeno del vampirismo assieme al suo goffo e timido assistente Alfred (Roman Polanski). Sosteranno nella locanda di Chagal, dove Alfred si innamora di Sarah (Sharon Tate), la figlia dell’oste. Problema: la ragazza viene rapita dal Conte Von Krolock, e ai due non resterà che andare al castello a salvarla, proprio nella notte in cui si tiene il ballo annuale dei vampiri. Li aspettano l’astuto conte, il servo gobbo, e Alfred dovrà schivare la corte e i canini di Herbert, il figlio “raffinato” di Krolock. Riusciranno i due imbranati a portare in salvo Sarah?


Per Polanski – qui regista, scrittore e attore - è il suo film preferito, e non gli dò torto; se la trama vi sembra scontata, sappiate che Per Favore Non Mordermi Sul Collo sta a Dracula come Frankenstein Junior sta alla creatura imbullonata, cioè prende per i fondelli i film Hammer e tutto l’armamentario vampiresco a suon di gag, e serve pure da lezione alle parodie future. La differenza è che mentre Frankenstein Junior ti fa ridere a suon di battute e giochi linguistici, - merito soprattutto del nostro doppiaggio - questo film usa la comicità più fisica del cinema muto da Buster Keaton in poi.


C’è un vampiro ebreo? Mica servono le croci! Oppure quando il gaio Herbert insegue Alfred nei corridoi del castello e sbucano nel chiostro, il vampiro si ferma e aspetta che Alfred tutto preso a guardarsi alle spalle, faccia il giro in tondo? Abronsious e Alfred sono i Don Chisciotte e Sancho Panza degli ammazza vampiri: il professore è uno stoccafisso tronfio e pomposo, ma che ha ragione e Alfred è l’assistente imbranato che Polanski rende perfetto col suo faccione da eterno bambino. Parodia, fiaba e divertimento colto, ma il buon Roman ci ricorda che è anche un maestro dell’inquietudine; i momenti più vampireschi funzionano alla grande, su tutti il rapimento di Sarah mentre fa il bagno o la sequenza al ballo dei vampiri. Per essere un film di due ore buone, il ritmo non manca, anche se fila di più nella parte al castello.


Ferdy Mayne è il Christopher Lee della situazione e non ha niente da invidiare all’ originale (ecco, magari non avrebbe dovuto bissare in quella boiata di Mezzo Litro Per Il Conte Dracula (1970) che voleva rifarsi a questo film), ma i riflettori sono per Sharon Tate. Polanski non la voleva, fu imposta dal produttore; a fine riprese erano fidanzati. La sua Sarah, rosso crinita, innocente e bellissima, ora rosea e liliale mentre fa il bagno, adesso più pallida e eterea col vestito rosso fuoco al ballo, è il personaggio più bello e dolce che abbia mai interpretato – anche se ho visto poco altro con lei, giusto Una su 13 con Vittorio Gassman. – e questo ruolo le regala la vera leggenda, molto più della sua triste fine; come i diamanti, anche un vampiro è per sempre. Sharon, you crazy diamond, e mi scusino i fan dei Pink Floyd.

Perciò è ora di indossare parrucca e merletti, ci aspetta un bel ballo. Guarda quanti specchi nel salone…

Buona visione.

Curiosità: Gli esterni furono girati a Ortisei. Doveva intitolarsi Dance of the Vampires, ma il produttore optò per un titolo più commerciale, tra cui Pardon Me, But Your Teeth Are In My Neck. Anni dopo però Polanski si prese la rivincita dirigendo il musical tratto dal film, chiamato appunto Tanz der Vampires.


Trailer



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