La Battaglia di Hacksaw Ridge: La recensione del Film



Regia: Mel Gibson

Trama


Desmond Doss decide di arruolarsi come medico, respingendo la violenza per motivi religiosi, ma volenteroso di poter aiutare il proprio paese durante la Seconda Guerra Mondiale.


Recensione


Dopo Colossal di proporzioni bibliche e guerre tra le valli scozzesi, l’attore e regista Mel Gibson torna in sala dirigendo un’altra grande opera dal forte impatto emotivo. Il film segue le vicende, realmente accadute, del giovane Desmond Doss e dell’incredibile coraggio mostrato durante la battaglia di Okinawa per la riconquista della scarpata denominata Hacksaw Ridge, che gli fece guadagnare una medaglia d’onore, nonostante egli prodigasse la non violenza.


Ciò che i fatti raccontano sono proprio questi: un giovane uomo dall’infanzia turbata, colpa di violenze fisiche ricevute dal padre alcolizzato veterano della Prima Guerra Mondiale, dedica la sua vita alla fede ed al rispetto dei suoi sacramenti, mostrando particolare astio nei confronti della violenza e del peccato di omicidio. Volendo comunque servire la causa del proprio paese, il giovane Desmond decide comunque di arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti, tentando di fare la differenza sul campo di battaglia come medico. Già dall’addestramento però arrivano i primi problemi; i suoi “colleghi” camerati, e maggiormente i suoi superiori, provano in ogni modo a dissuaderlo tentando di convincerlo o a tornare a casa o ad imbracciare il fucile. Spinto dalla fede e da un incredibile volontà d’animo, il neo medico sconfiggerà il primo nemico che vi si era parato davanti, il pregiudizio. Superato l’ostacolo iniziale, incorporato nella prima metà di film, l’azione passa sul campo di battaglia, dove ad attendere i soldati ci sarà un nemico fatto di carne, ossa e piombo. I pericoli della guerra però, sono decisamente più difficili da affrontare rispetto ad un tribunale militare.


Il film si fionda quindi in una incessante e continua azione mostrandoci, tra polvere e sangue, la dura lotta per la sopravvivenza, contro un nemico che non sembra voler cedere. Dopo avere infatti apparentemente sovrastato il nemico, l’esercito giapponese riparte alla carica, costringendo gli americani ad una temporanea ritirata. Desmond, miracolosamente sopravvissuto alla carneficina che gli si parava davanti, decide di restare e portare avanti il compito per cui si è arruolato, salvare delle vite.

La pellicola è un incredibile racconto, la cui visione regala un impatto emotivo come in pochi vi riescono. Grazie all’ottima interpretazione di un incredibile Andrew Garfield, l’empatia nei confronti del protagonista raggiunge livelli davvero alti, desiderando che la visione si protragga oltre la sua effettiva durata. Gibson riesce a dirigere questa sontuosa opera in maniera impeccabile, dividendo in due la narrazione, prendendosi il tempo per mostrare i fatti, dare luce ai personaggi comprimari, e dando il giusto spessore ed importanza al personaggio di Desmond, senza trascurare la solida importanza dei suoi ideali.


Una fotografia accesa e vivace caratterizza tutte le vicende iniziali, creando un ambiente confortevole per lo spettatore, a suo agio in una location pacifica. Da metà film in poi invece, oltre al cambio di ritmo ed all’azione pressante, anche la regia cambia: vengono mostrati maggiormente dei campi lunghi, rendendoci consci del luogo frenetico in cui ci troviamo ora, caratterizzando il dramma messo in scena con un maggior uso di colori saturi, enfatizzando il fango del terreno ed il grigio della polvere.

Una incredibile epopea che fonda le sue radici nel concetto stesso di lottare per una giusta causa, di differenza tra bene superiore e semplice massacro. Desmond infatti, nella sua battaglia contro la violenza, salva vite a prescindere dalla divisa che indossano, insegnandoci che, per quanto nemici, si è pur sempre esseri umani ed ogni vita merita di essere salvata.

Giudizio complessivo: 8.5

Buona visione,


Trailer



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