Antrum - The Deadliest Film Ever Made



Regia: David Amito e Michael Laicini

RECENSIONE

Pochi giorni fa viene rilasciato su Prime video Antrum - The Deadliest Film Ever Made, mockumentary che sta facendo molto parlare di se in questi giorni, suscitando curiosità in tutti gli appassionati del genere e mettendo in guardia tutti coloro che fuggono dall’occulto, dalla false leggende e da tutto ciò che potrebbe mettere in pericolo le fragili menti di uno spettatore poco preparato e scarsamente avvezzo a lavori di questo tipo.

Il film ruota tutto attorno a questa pellicola maledetta, destinata ad uccidere tutti quelli che la guardano, così come successe in passato ad altri sfortunati spettatori, ed è chiaro, appena leggi di cosa si tratta, che il pensiero va immediatamente all’eccezionale Cigarette Burns di Carpenter, non a caso citato prontamente nelle prime fasi introduttive al film vero e pronto, sapientemente aggiunte sia per allungare il brodo, sia per generare ancora più attesa ed inquietudine verso coloro che si stanno approcciando alla visione. Questa prima parte infatti, così come quella finale, entrambe ben fornite di testimonianze, curiosità e ricerca di significato in quello che andremo a vedere e in quello che abbiamo visto, risulta decisamente funzionale e soprattutto sufficientemente credibile, fattore non da sottovalutare. 

Quando poi, finalmente, parte la riproduzione del film, ecco che si viene subito a respirare quell’atmosfera malsana dove la morte diventa subito protagonista, avvolgendo tra le sue spire il cane dei due protagonisti e dando quindi origine al viaggio intrapreso per poterne salvare l’anima. 


C’è da dire che inizialmente il giretto nel bosco (che potrebbe tranquillamente essere quello sotto casa mia, anzi ora, appena terminata la recensione, ci faccio un giretto che non si sa mai 😁) non è che cattura proprio intensamente l’attenzione, regalandoci come unico scambio degno di nota quello riguardante l’alitosi del bambino e il delicato profumo emesso dai piedi della sorella, ma per fortuna col passare del tempo la situazione va migliorando.



Alcune sequenze appaiono certamente ben riuscite, tipo quella della barca sul lago, e va riconosciuto ai registi di essere riusciti a colpire nel segno senza, di fatto, mostrare quasi nulla. Basta infatti una semi apparizione sullo sfondo, una zampa che si muove dietro una roccia, un sussurro dietro un arbusto ed ecco che si entra facilmente nel clima oscuro studiato molto bene per l’occasione. Interessanti risultano oltretutto le incursioni nella pellicola, con scritte, pentacoli ed immagini semi inquietanti che a spot vanno a sovrapporsi alle inquadrature originali, ma senza troppo esagerare, evitando così di cadere in un grottesco che altrimenti sarebbe stato difficile da evitare. 


Nicole Tompkins, ad interpretare la ragazza, se la cava piuttosto bene, soprattutto nelle situazioni in cui il terrore prende possesso di lei, mentre il bambino, drammaticamente assomigliante a quello di Babadook, risulta di conseguenza odioso in prima battuta, ma poi anch’esso ben inquadrato nella parte ritagliata per l’occasione. 

Ecco, tanto si può dire di questo film, ma non che sia un lavoro convenzionale e pertanto una visione se la merita tutta, anche perché poi c’è quel bellissimo finale, con tutta la sequenza di lei all’interno della tenda veramente pregevole e poi BOOOM, non spoileriamo va che è meglio 😉. 

Ah e poi vabbè ci sarebbe la minchiata che chi lo vede muore, ma siamo nel 2020 e dubito che ci sia ancora qualcuno che creda a queste minch 

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* ecco la recensione era praticamente finita, ma improvvisamente, dopo la visione, è successo qualcosa alla persona che la stava scrivendo 😱😱, stiamo verificando la situazione e vi aggiorneremo quanto prima su quello che è successo. Per fortuna era salvata in bozza sul sito e abbiamo deciso lo stesso di pubblicarla, in attesa di sviluppi, speriamo tranquillizzanti (n.d.r). 

“Pericolosa” visione, 

Luca Rait (fino a che abbiamo avuto sue notizie 😓) 


Trailer



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