The Outsider


Autore: Stephen King

E niente, Stephen King non ne vuole proprio sapere di andarsene in pensione, chissà quanto ancora avrà da dire ai suoi fan più accaniti, tra i quali chiaramente mi ci metto pure io.

E quindi dopo l’ottimo Sleeping Beauties scritto a quattro mani con il figlio, il prolifico scrittore di Portland ritorna a far leva esclusivamente sulle sue 2 mani e sforna The Outsider, un thriller-giallo con sfumature paranormali, in pure stile S.K., che cattura sin dal suo principio e che si lascia leggere con piacere fino all’epilogo.

La trama si mostra intrigante sin da subito, con il ritrovamento del corpo di un bambino, abusato ed ucciso con inaudita violenza, e l’accusa ad un apparente tranquillo allenatore di baseball, che però sfortunatamente sembrava trovarsi da tutt’altra parte al momento del crimine. Il gioco che King ci propone è quello di scoprire pian piano se davvero sarà lui il colpevole oppure se qualcun/qualcos’altro sarà coinvolto nella faccenda.

La lettura, grazie anche a continui cambiamenti delle carte in tavola, risulta come sempre scorrevole e viene impreziosita da alcuni dettagli splatter che, seppur limitati rispetto a come l’autore ci aveva abituato altre volte, fanno sempre la loro sporca figura (“Gli occhi gli uscirono quasi dalle orbite, in un'espressione di stupore da cartone animato, mentre il proiettile da 9mm gli faceva esplodere il cervello”, il tutto riferito non al peggiore dei criminali, ma ad un semplice adolescente).

Non mancano le citazioni illustri, a partire da Edgar Allan Poe (vedi William Wilson) e proseguendo con Conan Doyle e il suo Shelock Holmes, a proposito del concetto che “Una volta eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità”. Ma la verità, più passano le pagine, più appare difficile da scovare tanto che, quando King salta da una storia all'altra a fine capitolo, è impossibile non incazzarsi dibbrutto con quel maledetto.

Il crossover con alcuni personaggi visti nella trilogia di Mr. Mercedes appare interessante, con una Holly vero valore aggiunto della vicenda. Certo se uno non ha letto niente a riguardo probabilmente si perde un po’ della caratterizzazione del personaggio e pertanto (ma non solo per questo ovviamente) consiglio di andarvi a recuperare i tre romanzi sopra citati. L’interazione con i protagonisti di questa vicenda tuttavia è molto buona e si crea un buon gioco di intese, reso possibile da una sempre valida descrizione degli stessi e dei tratti fondamentali del carattere di ognuno. 

I risvolti sovrannaturali, per quanto rendano possibile lo sviluppo del racconto, sono forse l’unica parte che non mi ha convinto fino in fondo. Mi spiego meglio, il libro stava trovando un incredibile sviluppo di intrecci sempre in bilico tra il giallo e il poliziesco spinto, e forse non mi sarei aspettato una svolta in quel senso (non aggiungo altro per evitare spoiler). A conti fatti poi è chiaro che l’idea dell’Outsider è vincente, è solo un rammarico del momento il mio, il rammarico di quando pensi che quello sia l’unico rimedio per porre fine all'arzigogolato casino in cui King ci ha cacciato.

La parte finale nelle grotte però è ottima, si legge davvero tutta di un fiato e conclude perfettamente il libro, che probabilmente non sarà il migliore del Maestro, ma che resta in ogni caso una lettura da non farsi sfuggire.

Giudizio complessivo: 7.8
Enjoy, 



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